Approvato nel corso dell’assemblea di fine anno il bilancio d’esercizio 2013/2014 di Cantina di Monteforte che evidenzia un fatturato consolidato di 15,5 milioni di euro, pari a quello approvato l’anno precedente.
L’azienda – 600 soci, attivi su 1300 ettari prettamente nella zona del Soave Classico – tiene dunque le posizioni in un momento di generale flessione tra i competitor di settore. Soddisfazione della base sociale che vede aumentate del +10% rispetto allo scorso anno la remunerazione delle uve, a fronte di un reddito medio per ettaro che è cresciuto del +22% in rapporto allo scorso esercizio.
Particolarmente positivo il fatturato legato all’imbottigliato che cresce di un +5% rispetto all’anno precedente. Si confermano molto buoni i trend per i prodotti a marchio che gradualmente stanno ottenendo una buona riconoscibilità.
Più qualità e meno quantità per Cantina di Monteforte che, a fronte di una annata piuttosto complessa per quanto riguarda la produttività, ha dunque chiuso con valori più che positivi l’ultimo bilancio.
Sul fronte commerciale il 70% del prodotto imbottigliato viene venduto all’estero, mentre il restante 30%, distribuito in Italia, è destinato esclusivamente al settore Horeca.
Le principali piazze estere d’interesse per la cantina sono Gran Bretagna, mercato che copre il 60% del fatturato estero, Nord Europa, che copre il 15%, seguite poi da Belgio e Olanda. Buona la tenuta anche del mercato americano e di quello giapponese.
«Per quanto riguarda i mercati esteri – evidenzia Gaetano Tobin, direttore generale di Cantina di Monteforte – Intendiamo proporci come un’azienda che fornisce prodotti “realizzati su misura”. Ci piace l’idea della sartorialità del vino, proprio perché i consumatori di ogni mercato hanno gusti ed esigenze differenti che vanno soddisfatte, senza però venir meno alla nostra identità produttiva che ci caratterizza e ci distingue».
Da un punto di vista produttivo l’ultima vendemmia si è caratterizzata per un generale calo di prodotto che non ha risparmiato neppure Cantina di Monteforte, con un -20% di uve prodotte rispetto alla vendemmia precedente.
«Nonostante l’annata piuttosto anomala – conlcude Tobin – la qualità è comunque buona, soprattutto per i vini prodotti con uve di collina, dal momento che sono state raccolte più tardi rispetto alla media e hanno così avuto la possibilità di godere del sole di fine settembre e di ottobre. Da un punto di vista organolettico ci aspettiamo vini piuttosto profumati in seguito all’escursione termica nell’ultimo periodo di maturazione, mentre in bocca, grazie alla marcata acidità, si presenteranno più magri e meno abboccati».
Nella foto, da sinistra: Gaetano Tobin e Massimino Stizzoli
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