“L’intera filiera vitivinicola nazionale, per la prima volta, ha dato un forte segnale di coesione e unità d’intenti in favore del comparto, senza individualismi ma, al contrario, pensando con lungimiranza al suo futuro e alle nuove sfide che lo attendono”.
Con queste parole Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini, è intervenuto alla Tavola Rotonda dal titolo: ‘Scenari di una filiera: il futuro del vino fra sostenibilità
e nuove sfide globali’ tenutasi a Vinitaly alla presenza dei presidenti di tutte le sigle rappresentative del sistema vitivinicolo nazionale e del ministro Maurizio Martina, dove si sono trattati i principali temi che riguardano il settore,
dalla sostenibilità alle politiche settoriali, dalla tutela internazionale delle indicazioni alla promozione e ai mercati, fino ad Expo 2015.
“Di fronte ad un export complessivo che quest’anno ci ha dato una moderata soddisfazione – continua Zonin – facendo registrare con 5.111 milioni di euro una crescita in valore dell’1% e con 20.424 milioni di ettolitri un incremento dell’1%, è fondamentale fare quadrato e confrontare le nostre reciproche esperienze per trovare una modalità univoca ed efficace di azione, utile a creare vantaggio competitivo per le nostre imprese”.
“In tal senso – spiega Zonin – si è mosso l’impegno di Unione Italiana Vini insieme a tutte le sigle della filiera vitivinicola nazionale per consegnare al Parlamento un contributo condiviso in merito alla revisione del Testo Unico sulla Disposizioni generali di semplificazione in materia di vino e prodotti vitivinicoli. Un accordo raggiunto in piena e reciproca collaborazione, accolto con sensibilità e attenzione dalla Commissione Agricoltura alla Camera, per il quale auspico un’approvazione rapida e l’accoglimento sostanziale delle istanze da noi proposte, tese a semplificare, sburocratizzare, snellire l’attività aziendale per portare nel breve periodo concreti vantaggi competitivi alle imprese in termini di sgravio di costi e risparmi di tempo”.
“Altro tema fondamentale in materia di competitività aziendale per il quale chiediamo estrema attenzione da parte del Governo – aggiunge Domenico Zonin – riguarda l’ottimizzazione dei fondi di promozione OCM. Nelle Regioni negli ultimi due anni si sono persi 33 mln di euro di fondi promozione, dirottati su altre misure o non utilizzati e pertanto persi. Questa è la nostra grande preoccupazione, perché in tal modo le imprese vengono private di un potente strumento di promozione dei territori e dei brand aziendali”.
“Chiediamo quindi con forza e sollecitudine in particolare al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali che in queste settimane discute la revisione del decreto di gestione di questi fondi – conclude il presidente Zonin – che sia tenuta in debito conto la proposta che abbiamo avanzato unitariamente e ci auguriamo che nel confronto con le Regioni prevalga una logica di interesse nazionale rispetto a particolarismi locali che hanno ampiamente dimostrato in passato di far male sia a quei territori che vorrebbero tutelare, sia in generale, al vino italiano”.
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