Che la situazione dei ritardi nei pagamenti nel settore Horeca sia ancora lontana dall’essere risolta lo certifica ancora una volta il report della società specializzata Cribis, che ha fotografato le abitudini di pagamento di hotel, ristoranti e bar nel primo quarto di quest’anno, evidenziando non solo un quadro poco certo per i fornitori, ma soprattutto un peggioramento rispetto a quanto rilevato cinque anni prima, nel 2010. Quando – in buona sostanza – il famoso o famigerato “articolo 62” non era nemmeno stato concepito.
Che cosa ha riscontrato il Cribis? Che tra gennaio e marzo del 2015 il totale Horeca registra tassi di puntualità – quindi pagamenti alla scadenza di legge – di appena il 14%, contro una media nazionale del 36%. Mentre sul lato dei ritardi, a fronte di un totale nazionale del 48% e del 16% per rispettivamente 30 giorni di ritardo e oltre, l’Horeca fa 54% e 33%.
Nel caso dei ritardi cronici, quindi, hotel, ristoranti e compagnia hanno un tasso di inadempienti di oltre il doppio rispetto alla media nazionale. Cosa che si acuisce sul lato dei bar e birrerie, che annoverano nelle proprie file ben il 42% di ritardatari oltre i 30 giorni rispetto alla scadenza, mentre ristoranti e alberghi viaggiano attorno al 26% e 14%.
E i puntuali? I tassi migliori sono quelli degli alberghi, i più vicini alla media nazionale (30% contro 36%), mentre mosche bianche sono i ligi tra i ristoratori (16%) e soprattutto baristi, con il minimo assoluto dell’8%.
Devi essere connesso per inviare un commento.