Una ricerca, condotta dai ricercatori della Graduate School of Managemente (GSM) dell’Università californiana di Davis (UC Davis) tra i top manager delle 27 aziende leader del mercato del vino statunitense, ha recentemente sondato lo stato di salute del settore.
I più significativi risultati di questo sondaggio (che si possono leggere qui in lingua inglese) sono stati presentati da Robert Smiley, professore emerito di economia e preside della GSM, durante lo scorso Wine Industry Financial Symposium, tenutosi a Napa a fine settembre.
Tra dirigenti ascoltati dai ricercatori di Davis ci sono quelli di giganti di quest’industria come ad esempio Constellation Brands, E&J Gallo, Charles Krug e anche John Mariani, dell’azienda italo americana Castello di Banfi.
Ne emerge un generale ottimismo sul futuro del settore, anche in vista della possibile nuova recessione prevista dopo anni di crescita economica. Tra gli ascoltati c’è chi addirittura si aspetta un persistente sviluppo del mercato, mentre altri hanno dichiarato di lavorare a nuove strategie di business che li rendano capaci di affrontare meglio gli anni a venire.
La diversificazione dell’offerta, con la tendenza alla ricerca di un maggior equilibrio tra prodotti di lusso e vini economici, è ad esempio tra i piani più citati. Nel gruppo di coloro che, pur rimanendo ottimisti, non sono indifferenti alle previsioni di una possibile recessione, vi è anche chi ha ammesso di stare pensando a una razionalizzazione del magazzino, al rafforzamento della catena di approvvigionamento e alla meccanizzazione, allo scopo di ridurre l’impatto delle spese di manodopera.
Ci sono, infatti, delle problematiche che industria e mercato del vino stanno vivendo e nuove sfide da affrontare, in primo luogo il cambiamento climatico e la sempre minore disponibilità di acqua.
In questo panorama di sereno variabile avranno un ruolo fondamentale i Millennials,
figli di coloro che per primi negli Stati Uniti hanno scoperto e consumato a tavola vino di qualità, e i cui nonni sono stati soprattutto bevitori di superalcolici.
Gli appartenenti alla generazione Y stanno oggi, secondo quanto dichiarato dallo stesso Robert Smiley, “energizzando” il mercato vino, grazie alla loro insaziabile sete di fine wine e alla loro capacità di condividere attraverso i social le emozioni derivanti dalla scoperta di nuovi prodotti. L’industria del vino ha già catturato la loro attenzione ma deve essere in futuro capace di non perderla, investendo su sofisticate strategie di marketing e comunicazione.
FEB
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