Sulla strada verso il primato mondiale, velleità espressa dal suo presidente alla fine della scorsa estate (si legga qui), la ChangYu Pioneer Wine ha ora in programma di acquistare alcune aziende vitivinicole in Australia e Cile.
Si tratta, com’è noto, della più grande e antica azienda vitivinicola cinese. Fondata nel 1892, divenuta di proprietà dello stato tra il 1932 e il 1997, la ChangYu Pioneer Wine detiene oggi una consistente quota del mercato in Cina, ed esporta vino nel Regno Unito, in Germania, Francia e Spagna.
Come riportato da Drinks International, lo scorso 4 aprile, durante una business conference dal titolo Sharing Knowledge for Shaping the Future, avvenuta nei pressi della megalopoli di Xi’an (Sian), il vice presidente del gruppo avrebbe appunto dichiarato l’intenzione della sua azienda di acquistare aziende vinicole in Cile e Australia.
Questa strategia di lungo periodo si deve leggere anche nel contesto dei trattati commerciali in atto tra i due paesi. Lo scambio di vino tra Cina e Australia è oggi facilitato dall’accordo di libero scambio ChAFTA, che oltretutto a gennaio ha consistentemente ridotto il dazio d’ingresso del vino australiano in Cina (ne avevamo già parlato qui); quello tra Cina e Cile è invece favorito dal trattato FTA (ne avevamo parlato qui) siglato nel 2005 tra i due paesi e ora in fase di revisione.
Ricordiamo che il prodotto di punta della ChangYu Pioneer Wine è il rosso Noble Dragón (40% Cabernet Sauvignon e 60% Cabernet Gernischt), la cui produzione ha raggiunto nel 2015 un volume pari a 450milioni di bottiglie.
Al business meeting sopracitato era presente anche Augusta Reina, CEO dell’ Illva Saronno, ad indicare una possibile collaborazione del gruppo italiano al progetto di espansione in Australia e Cile di ChangYu Pioneer Wine; la Illva Saronno Investments S.r.l (parte della Illva Saronno Holding S.p.A.) detiene infatti il 33% dello Yantai Changyu Group Ltd.
FEB
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