Secondo i dati rilasciati a novembre dal ministero dell’agricoltura spagnolo Mapama, allo scorso 31 luglio, e quindi al termine della campagna 2016/17, vi erano in Spagna 951.985 ettari di vigneto (riportiamo i dati del registro viticolo grazie a La Semana Vitivinícola). Anche sommando a questa superficie quanto relativo ai diritti d’impianto non ancora convertiti in autorizzazioni (21.978 ha) e le autorizzazioni non ancora esercitate (16.885 ha), il potenziale viticolo virtuale non si supera, per la prima volta, il milione di ettari, fermandosi a circa 990.850 ha. L’attuale superficie vitata è diminuita del 2,19% rispetto al 2016 (1.013.011 ha), mentre quella attestata nel 2001 era di ben 1.216.007 ha.Tutte le Comunità autonome hanno visto ridursi il proprio potenziale viticolo dall’inizio di questo secolo, tranne La Rioja (+7,25% vs 2001 +3.222 ha), Galicia (+3,12% e +1.020 ha, Baleares (+19,8% e +391 ha), País Vasco (+1,33% e +192 ha) e Cantabria (+98,53% e +67 ha). La Castilla-La Mancha è la regione con la maggior superficie vitata, ma anche quella dove il vigneto si è maggiormente ridotto in termini assoluti (-14,87% vs 2001 e – 96.102 ha). Il calo registrato per l’Extremadura è del -20,56% (- 21.557 ha), quello per la Comunidad Valenciana del -24,63% (-20.618 ha), quello per la Región de Murcia -45,61% (- 20.708 ha). Nel complesso, in 16 anni, il vigneto spagnolo si è ridotto del 18,52%, cioè di 225.157 ha.
FEB
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