Il 2016 e il 2017 sono stati anni particolarmente difficili per l’industria vitivinicola argentina, visti gli scarsi raccolti (la vendemmia 2016, con circa 17,3 milioni di quintali, è stata la peggiore mai registrata e quella successiva ancora nettamente inferiore ad attese e bisogno) che si sommano a una crisi strutturale del settore, fatta anche di aumento dei costi di produzione del vino (ne avevamo parlato qui) e del calo dei consumi (ne avevamo parlato qui).
Si guarda tuttavia con più ottimismo al nuovo raccolto, ora in corso. Secondo le stime dell’Instituto Nacional de Vitivinicultura (INV) si potrebbero accumulare quest’anno tra i 22 e 23,1 milioni di quintali di uva da vino, che corrisponderebbero a una crescita sull’anno passato tra il 12 e il 17%. Si tratterebbe dunque di un significativo incremento sull’ultimo biennio, anche se sarà anche nella migliore delle ipotesi un raccolto inferiore alla media dell’ultimo decennio, 24,6 milioni di tonnellate, portata in alto dalle ottime annate 2007 (30,9 milioni di quintali), 2008 (28,2 milioni di quintali), 2011 (28,9 milioni di quintali) e 2013, l’ultima vendemmia più consistente (28,7 milioni di quintali).
FEB
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