Le vendite al dettaglio del vino californiano sul mercato interno statunitense hanno totalizzato nel 2017 un valore stimato in 35,2 miliardi di dollari (+3% vs 2016) e un volume di 241 milioni di casse da nove litri (+1%). Commentando questi dati – rilasciati la scorsa settimana da Wine Instituite (qui il comunicato) – Robert P. (Bobby) Koch, Presidente e CEO dell’ente californiano, ha sottolineato l’importanza in questo risultato dei vini di fascia premium, cosa confermata anche da quanto dichiarato da Jon Moramarco (BW166 – Gomberg-Fredrikson), secondo cui lo scorso anno la crescita di questo mercato è stata soprattutto relativa ai vini di prezzo superiore ai 10 dollari.
Più in generale l’export dei vini made in Usa ha raggiunto nel 2017 il valore di 1,53 miliardi di dollari e il volume di 3,8 milioni di ettolitri (ovvero 42,2 milioni di casse da 9 litri); la California conta ancora per il 90% in queste esportazioni. L’UE28 è il più importante mercato di destinazione del vino “americano” (vale 553 milioni di dollari), seguita da Canada (444 milioni di dollari), Hong Kong (119 milioni di dollari), Giappone (94 milioni di dollari), Cina (79 milioni di dollari), Corea del Sud (25 milioni di dollari), Messico (23 milioni di dollari), Singapore (17 milioni di dollari), Filippine (14 milioni di dollari).
Ritornando ai consumi interni, secondo il Wine Institute, il valore al dettaglio del mercato statunitense del vino è stato nel 2017 di 62,2 miliardi di dollari (+2%), corrispondenti a un volume di 403,4 milioni di casse. Il mercato interno degli sparkling ha raggiunto un volume di 26.3 milioni di casse (+8%). Spumanti e Champagne insieme valgono il 7% di tutto il mercato statunitense del vino.
La California si conferma il maggior fornitore (share del 60%) di quello che dal 2010 ad oggi è il più importante mercato del vino del mondo.
FEB
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