Con circa 50 milioni di abitanti e a seguito di una significativa crescita economica degli ultimi anni, la Colombia risulta un’ottima destinazione per l’export di vino straniero. Anche se percepito come un paese dedito maggiormente al consumo di birra e liquori, la cultura del vino recentemente ha registrato una crescita importante.
L’aumento dei fornitori, dei canali di vendita e di reddito dei residenti segnano una previsione promettente per il Paese con la seconda più grande popolazione di lingua spagnola, soprannominato anche “la porta del Sud America”.
I consumatori colombiani amano le varietà dolci e fruttate, con corpo pieno e meno acidità.
Incoraggiato dagli sforzi degli importatori di vino colombiani, dei rivenditori e dei ristoranti per sviluppare il portafoglio di vini e migliorare l’accessibilità al vino, il consumo di vino si è esteso alle classi medio-basse e alle generazioni più giovani, così come alle donne che sono diventate un segmento di nicchia per le bevande alcoliche, per la loro richiesta di bevande più sofisticate.
Il mercato del vino in Colombia è, infatti, cresciuto negli ultimi dieci anni oltre il 147% secondo i dati dell’Associazioni colombiana degli importatori di vino e spiriti diffusi dall’ufficio UbiFrance di Bogotà.
Per quanto riguarda l’etichettatura dei vini, il legislatore colombiano presta particolare attenzione alla tutela della salute dei consumatori.
Difatti, qualsiasi bevanda alcolica deve recare la dicitura: “El exceso da alcohol es perjudicial para la salud”, (l’eccesso di alcol è dannoso per la salute). Tale indicazione deve essere stampata nell’estremità inferiore dell’etichetta e occupare almeno un decimo di essa. Al fine di garantire un consumo di alcol solo ad un pubblico maggiorenne, è obbligatoria l’indicazione “Prohíbese el expendio de bebidas embriagantes a menores de edad”(la vendita di bevande alcoliche ai minori è proibita).
Risulta obbligatorio riportare in etichetta anche il numero della registrazione sanitaria rilasciato dalla autorità sanitaria competente concessa da INVIMA e segnalare al consumatore gli allergeni presenti nel prodotto finito. Ad esempio, un vino che contiene più di 10 mg/kg deve indicare la quantità di solfiti, con una dicitura quale “Contiene solfiti”.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda a COMEX, la banca dati giuridica online per le esportazioni di Unione Italiana Vini
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a cura del Servizio Giuridico dell’Unione Italiana Vini.
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