Un nuovo “paradosso” sembra star condizionando il mercato del vino negli Stati Uniti, secondo quanto suggerisce una recente indagine sui dati di consumo condotta da IWSR drinks market analysis.
Dopo aver fatto segnare il valore più basso di sempre nel 2021 (complice il Covid), il numero di coloro che consumano vino almeno una volta per settimana è tornato a crescere nel 2022, nel numero di +4 milioni di unità rispetto al 2018. Al crescere del numero di questi consumatori abituali non è però corrisposto un aumento dei consumi volume, che invece sono scivolati del 2% sull’anno precedente, con una prospettiva di ulteriore calo nell’anno in corso.
Quali i fattori di questo paradosso?
Una prima ragione, secondo gli analisti di IWSR, può essere ricercata nel fatto che il Covid-19 potrebbe avere amplificato una dinamica di lungo termine già in atto prima che la pandemia scoppiasse. Il numero di coloro che negli Stati Uniti consumano vino almeno una volta alla mese risulta infatti in calo già a partire dal 2015 e ciò sembra legato soprattutto a ragioni di tipo generazionale. Nel 2015 il 40% dei gli appartenenti alla fascia d’età tra il 21 e i 34 anni dichiaravano di consumare vino almeno una volta al mese, una percentuale scesa a poco più del 25% sulla stessa fascia d’età nel 2021. L’impatto delle chiusure legate al contenimento della pandemia avrebbe dunque creato minori occasioni per i giovani di avvicinarsi al vino e quindi avrebbe favorito questa tendenza.
Di contro, seconda ragione del suggerito “paradosso”, la ripresa “post-Covid, ha portato ad un rialzo della frequenza di consumo: il numero di bevitori regolari è cresciuto tra 2021 e 2022, ad opera soprattuto dei più giovani di età inferiore ai 40 anni. Oggi il 31% di chi consuma vino almeno una volta al mese ha meno di 40 anni, percentuale che era del solo 28% nel 2021. Questi giovani hanno certo un tasso di frequenza (mensile) più basso dei consumatori più anziani ma, di contro, tendono a spendere di più quando, più occasionalmente abbiamo detto, consumano vino.
In questo contesto sta giocando un ruolo importante il canale on-trade. Anche il numero dei bevitori abituali che consumano vino in bar e ristoranti è, infatti, aumentato tra 2021 e 2022, ed è superiore addirittura a quello del 2019 (pre-pandemia dunque).
L’aumento dei consumi nell’on-trade è oggi guidato dai Millennial (età tra i 25 e i 39 anni) e dalla Gen X (40-54 anni),mentre le generazioni più anziane (come i boomer) sono tornati meno di frequente a bere fuori casa, anche finita la pandemia. Questa può essere un’ulteriore spiegazione al supposto paradosso: più persone (soprattuto giovani) bevono fuori casa, ma il consumo è più costoso, quindi i volumi sono minori.
Questi dati che tracciano le recenti abitudini di consumo non possono, per concludere, non essere letti senza dimenticare due macro tendenze che da diversi anni ormai stanno condizionando il mercato degli alcolici negli Stati Uniti (e non solo): la tendenza alla moderazione e la premiumization.
FEB