Parigi a febbraio, Düsseldorf a marzo e a breve andrà in scena il Vinitaly. Le più importanti fiere del vino d’Europa si susseguono all’inizio di ogni anno in poco più di due mesi, ma tre appuntamenti così ravvicinati sembrano ormai troppi.
Questo il tema e l’incognita per il settore vino proposti questa settimana da Fabio Ciarla e Giulio Somma su Il Corriere Vinicolo n.11/2024, in una serie di riflessioni e cronache tra quello che è successo in Francia e Germania e le grandi attese di business del Salone di Verona; ascoltando e raccogliendo, come di consueto sul settimanale di Unione Italiana Vini, le parole degli organizzatori, dei produttori e degli operatori del mercato.
Le aziende grandi resistono, ma le piccole e medie cominciano a fare delle scelte necessarie. Vinitaly rimane certo fondamentale per il vino italiano, Wine Paris intanto si sta consolidando, mentre ProWein oggi sembra in affanno…Non è solo una questione di risorse, sebbene la crisi generale imponga di limitare gli investimenti a quelli più sicuri, ma è evidente l’effetto di una forte spinta alla disintermediazione tramite incoming e social media.
Il vino italiano è il vantaggio competitivo di Vinitaly rispetto alle altre fiere. Ciò che rende unico Vinitaly è la sua capacità di rappresentare tutto il made in Italy enologico, unitamente alla forza di un brand sempre più centrato sulla promozione e finalizzato a supportare la crescita delle imprese e, quindi, del comparto. È questo il tratto che […] identifica Vinitaly nel panorama fieristico internazionale.