Nella provincia cinese del Guangdong, 13 milioni di abitanti e tra i motori dell’economia di tutta la Cina, le vendite di vino sono crollate lo scorso anno a 1,9 miliardi di RMB (circa 263 milioni di dollari statunitensi). La diminuzione su base annua è stata del 36,6% vs 2022, come riportato da Vino Joy che a sua volta raccoglie e commenta i dati recentemente pubblicati dalla Guangdong Provincial Alcohol Industry Association (GDAIA).
La perdita nelle vendite è significativa per diversi motivi, come spiega Morris Cai dalle pagine web del già citato portale di informazioni “vinicole” per l’Asia. Tra questi il fatto che questa provincia è stata a lungo influenzata culturalmente da Honk Kong e Macao, anche in fatto di consumi e di “accettazione” del vino. Proprio per questo appare significativo che oggi in questa provincia le vendite totali di vino rappresentino il solo 5% delle vendite del tradizionale Baijiu. Alla perdita fatta segnare dal vino corrisponde infatti una crescita delle vendite proprio di questa tradizionale acquavite di sorgo.
Il fatturato complessivo delle vendite 2023 di bevande alcoliche ha totalizzato 61,4 miliardi di RMB (circa 8,5 miliardi di dollari; + 5 circa vs 2022) ma quelle del solo Baijiu hanno visto crescere il fatturato del 8,8% fino a 34 miliardi di RBB, valore che è quindi superiore alla metà delle vendite complessive. Crescono anche le vendite di birra, nazionale e importata (+5,7% fino a 18,5 miliardi di RMB) e galleggiano invece quelle di superalcolici esteri (+0,28%, fino a 7 miliardi di RMB).
Il vino sembra quindi essere l’unica bevanda alcolica in flessione, soprattutto se si prendono in considerazione i vini di fascia media e bassa, perché quelli di fascia alta sembrano in qualche modo resistere al cambio di preferenze dei consumatori locali.
Ricordiamo che solo qualche anno fa, la Chinese Luxury Consumer Survey di Hurun Report (edizione 2020) aveva suggerito che il vino avesse superato il Baijiu, almeno nelle preferenze dei milionari cinesi.
FEB