Il mercato Uk delli alcolici va a rilento. Cala l’off trade (ne abbaimo parlato qui) e fa peggio l’on trade.
A rivelarlo i dati di CGA Stategy che coprono per l’anno i dodici mesi al 7 luglio 2012 e, per il breve periodo, le 12 settimane alla stessa data.
In volume il mercato degli alcolici on trade è in calo generale del 3% mentre cresce della stessa percentuale in valore. Il vino cala in volume del 7% insieme allo Champagne, la birra fa -4%, i Ready to drink il -1% e i vini fortificati crollano del 14%. Stabili i superalcolici mentre i consumatori britannici sembrano premiare solo il sidro (di mele e di pere) +6% e gli spumanti +2%.
Peggio ancora il breve periodo visto il calo generale in volume del 6% e la crescita in valore del solo 1%.
Cadono in volume birra (-8%), vino (-2%), superalcolici (-6%) e vini fortificati (-9%). Crescono il sidro (+4%), i Ready to drink (+8%) . Champagne e spumanti alzano la testa nelle ultime 12 settimane al 7 luglio grazie alle celebrazioni per i Diamond Jubillee di Elisabetta II facendo registrare rispettivamente un +10% e un gli spumanti +2%.
Nell’anno al 7 luglio i consumi di rosso nell’on trade si attestano sui 645mila ettolitri (per un valore di 1,350 miliardi di sterline), quelli di bianco a 952 mila ettolitri (1,952 miliardi di sterline), quelli di rosato a 199 mila ettolitri (363 milioni di sterline). Il rosso prende in volume il 36% dei consumi, il bianco 53 e il restante 11% è per i rosati. In valore le percentuali sono del 37% per il rosso, del 53% per il bianco e del 10% per i rosati.
I vini esteri più venduti in Gran Bretagna provengono dalla Francia che ha totalizzato vendite per 449mila ettolitri nell’anno ma in calo del 13% in volume, segue l’Italia con 397mila ettolitri in calo del 8%, l’Australia con 280mila ettolitri (-3%), gli Usa con 219mila ettolitri (-1%). La classifica prosegue con Cile, Sud Africa, Spagna, Argentina, Nuova Zelanda e Germania. Tutti i paesi tranne la Nuova Zelanda, al +1%, sono in trend negativo e la cosa è poco diversa sul breve periodo dove il ranking è invariato ma guadagnano in percentuale per i volumi la Francia +1%, gli Usa +5% e l’Argentina con un buon +11%.
FEB
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