Le abitudini di consumo in Canada sono cambiate negli ultimi vent’anni e il vino prende sempre più gli spazi prima occupati dalla birra. Il fenomeno, già stato analizzato nei mesi scorsi dell’Icex spagnolo (ne abbiamo parlato qui), è ora confermato da un report della società di ricerca canadese BMO. La crescita dei consumi di vino, come naturale, ha effetti positivi sull’industria del vino Canadese, in espansione negli ultimi due decenni, oltre che, in generale, sul mercato del vino di Ottawa.
Secondo BMO, sebbene le condizioni climatiche canadesi non permettano all’industria del vino locale di ambire al grado di potenza del vino a livello internazionale, la reputazione dei vini canadesi è cresciuta e i canadesi stessi sempre più scelgono di bere “un bicchiere di Pinot Noir” piuttosto che una pinta di birra.
L’industria del vino in Canada conta per il 18% nel settore degli alcolici (i birrifici per il 69% mentre le distillerie per il 12%) e contribuisce per il solo 0.4% al Pil nazionale, soprattutto a causa della ristretta disponibilità di territori dove il clima consente alle uve di raggiungere la maturazione necessaria per la produzione di vino. Quasi due terzi della superficie vitata canadese si trovano in Ontario, il resto soprattutto nella British Columbia. La produzione locale soddisfa il 32% dei consumi (il vino importato conta invece per il restante 68%) e le esportazioni sono piccola cosa (il 3% della produzione).
Tra il 1995 e il 2004 l’industria canadese del vino è però cresciuta in media del 11% ogni anno, successivamente, dal 2005 al 2011, con una media annua del 3,1% (crescita tuttavia superiore a quella dell’economia canadese in generale). La crescita è stata guidata dal cambiamento delle abitudini di consumo che hanno visto tra gli alcolici crescere la fetta occupata dal vino dal 18% del 1995 all’attuale 30% (dato 2011). In contro tendenza invece nello stesso periodo birra (dal 53 al 45%) e superalcolici (dal 29 al 25%). Oggi gli adulti canadesi acquistano in medi 22 bottiglie di vino all’anno mentre nel 1995 ne acquistavano solamente 13. Secondo BMO l’incremento dei consumi è da attribuirsi soprattutto alla fascia più anziana della popolazione, più disposte a spendere per l’acquisto di prodotti di fascia alta, ma anche alla crescente consapevolezza tra i consumatori degli effetti benefici di un consumo, moderato, di vino.
FEB
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