Con l’inizio della campagna 2012/13 si è chiusa definitivamente un’era per quanto riguarda le misure finanziabili con il piano di sostegno nazionale dell’Ocm. Da quest’anno infatti, come ben noto, scompaiono dalla tabella di allocazione dei fondi le misure storiche di sostegno alla produzione, ovvero arricchimenti, distillazioni da bocca e – sulla carta – di crisi. Se il novero delle misure finanziabili si restringe – fatto costante il budget – ciò significa che già da questa campagna le misure lato mercati – promozione e investimenti – dovrebbero essere rimpinguate, assorbendo la maggior parte della dotazione finanziaria lasciata libera.
A questo proposito, e per tirare un bilancio di come sono andati i primi quattro anni di Ocm, possiamo fare alcune analisi, sia su scala europea, che tra i maggiori Paesi, per poi dedicarci a una disamina su alcune misure.
Iniziamo dal bilancio generale. In quattro anni in Europa sono stati spesi 3,8 miliardi di euro a sostegno del settore vino: di questi, la gran fetta – quasi la metà – ha finanziato la ristrutturazione dei vigneti, in gran parte in Italia, Francia e Spagna, che solo nel 2012 hanno incamerato circa il 70% del budget messo a disposizione da Bruxelles per questa misura.
Al secondo posto, ma a lunghissima distanza (il 10% della spesa), sta la promozione, che in quattro anni ha incamerato 381 milioni di euro di finanziamenti pubblici, in quote comunque sempre crescenti. Qui, come abbiamo visto, è l’Italia il Paese ad aver speso di più, assorbendo il 38% del totale comunitario, contro il 25% della Francia e il 26% della Spagna.
Un quinto della spesa europea se n’è andata in distillazioni, di cui il 2% di crisi, richiesta esclusivamente da Italia e Francia, mentre gli arricchimenti in quattro anni hanno assorbito il 7% della spesa comunitaria, pari a 272 milioni di euro, di cui la gran parte assorbita dall’Italia e – in quote minori – da Francia e Portogallo. Una fetta importante di questo budget è presumibile finisca, oltre che in promozione, alla misura investimenti, che nei primi quattro anni ha raccolto 309 milioni di euro, pari all’8%. Briciole invece alle restanti misure: il 3% l’assicurazione raccolto, il 5% il pagamento unico (attuato per lo più in Spagna e Grecia), praticamente inesistente il ricorso ai fondi mutualistici.
Italia, Francia e Spagna: un confronto
Come si può evincere dai grafici , il filo rosso che lega i tre Paesi è la ristrutturazione: in quattro anni il budget destinato a questa misura ha interessato oltre un terzo del totale della spesa nazionale, con punta massima in Francia, dove si è arrivati al 42%. L’Italia invece primeggia in promozione e arricchimenti: sulla promozione, in particolare, Spagna e Francia hanno investito il 10% delle risorse dei propri piani nazionali, contro il 12% italiano, mentre gli arricchimenti hanno eroso il 18% della spesa nazionale, contro appena il 6% in Francia e lo zero spagnolo.
Spagna che ha attuato in assoluto il minor numero di misure, sei (di cui gli investimenti in maniera residuale nell’ultimo anno), contro nove in Italia e sette in Francia, allocando una buona fetta del totale per la distillazione da bocca (addirittura metà del budget nei primi due anni) e il pagamento unico (il 51% nel 2011), arrivando a un peso totale delle due misure del 41% nei primi quattro anni.
La Francia invece ha investito moltissimo in distillazione sottoprodotti (il 16% del totale nazionale in quattro anni), contro il 7% italiano e il 13% spagnolo, e più di tutti nella misura investimenti, che partita sin dal primo anno con il 7% del totale è arrivata al 30% di quota del 2012, per un totale nel quadriennio di oltre un quinto sul budget nazionale. Inattuata la misura in Spagna, mentre in Italia, a causa di una partenza difficile (il primo anno non fu proprio in lista), si è al 3% del totale, anche se con un ritmo di crescita molto forte, dal 2% del 2011 al 7% di spesa del 2012, per giungere nel 2013 a un’allocazione potenziale del 12%.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Commissione europea
L’Italia – come detto – è stato fra i tre big il Paese con il portafoglio più ampio di misure ed è anche l’unico in cui ha avuto appeal la misura dell’assicurazione raccolto, che ha assorbito in quattro anni l’8% del totale di spesa. La misura è stata confermata per il 2013, con un budget a disposizione di 20 milioni di euro, il 6% del totale.
Assieme alla Francia, l’Italia è dovuta intervenire per allocare fondi sulla distillazione di crisi, misura invece inattuata in Spagna: in quattro anni il nostro Paese ha speso il 4% del budget (47 milioni di euro circa). Stessa percentuale per la Francia, anche se i soldi “bruciati” sono stati leggermente inferiori (33 milioni).
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