Sull’ultimo numero del Corriere Vinicolo, in copertina, siamo usciti con il titolo “Stiamo scricchiolando”. Un titolo forte, vero, ma che nello stile che ci contraddistingue è frutto dell’analisi fatta maneggiando numeri e interloquendo ogni giorno con le imprese, tutte: quelle del vino e quelle delle tecnologie. Il sommario poi spiegava meglio il tutto: “A consuntivo 2012 gli aumenti dei prezzi al consumo sono risultati insufficienti a controbilanciare quello che è successo sui listini all’origine. E per il 2013, per la paura di perdere clientela, la distribuzione sta mostrando più di una reticenza. Su questo, s’innestano incognite di ogni tipo: l’aumento dell’Iva, l’articolo 62 lasciato a metà, l’impatto della direttiva pagamenti nei rapporti con la filiera fornitori… Per molte imprese, specie quelle a corto di liquidità (e non sono poche), si palesa il rischio del crac. Molti mali sono endemici del settore, altri sono procurati da scelte legislative non ponderate in tutta la loro portata. E di cui si può anche incominciare a chieder conto”.
Nessuno degli abbonati al Corriere o di coloro che vedono l’anteprima della copertina via newsletter ha avuto da eccepire nulla, anzi, qualcuno ci ha fatto i complimenti. Invece, qualche giorno dopo incominciano ad arrivarci mail di gente che ha visto su un noto sito il nostro articolo.
Qui sentiamo il bisogno di fare un minimo di chiarezza.
Primo, l’iniziativa è stata del sito in questione, noi non abbiamo chiesto nulla.
Secondo, il nostro pensiero è stato totalmente stravolto, a cominciare dal titolo usato (“filiera a rischio crac”), cosa da noi non detta, ma circoscritta a quelle imprese – come riportato nel sommario – che sono a corto di liquidità e che in tempo di stretta creditizia faranno fatica ad anticipare i pagamenti, come previsto dall’entrata in vigore dell’articolo 62.
Terzo (e qui sta la causa delle email giunte in redazione), la sproporzione del titolo usato rispetto al sunto fatto del nostro articolo, dove si mescolano le frasi e i numeri senza un legame logico.
Lasciamo ai lettori di distinguere l’originale (che riportiamo qui sotto e di cui ribadiamo la paternità) dal “riassunto”, mentre al sito in oggetto dedichiamo un concetto: se per fare “audience” si è costretti a sparare sciocchezze, che almeno si usi la sciocchezza del proprio sacco.
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