“Notevole struttura, livelli di polifenoli molto alti e intensità colorante molto elevata”: con queste parole l’enologo Vittorio Fiore – membro della Commissione di appello per i vini a Doc e Docg dell’Italia centrale e docente presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa – ha presentato, in occasione del tradizionale appuntamento Benvenuto Brunello, la vendemmia 2012 (che uscirà sul mercato solo nel 2017) premiata con il riconoscimento delle 5 stelle.
“Nonostante l’inverno estremamente rigido e nevoso e un’estate molto calda e siccitosa nella prima parte e piovosa a fine stagione, il livello di acidità delle uve è risultato buono – ha commentato Fiore – ben al di sopra dei limiti del disciplinare, e la qualità dei vini sarà di livello altissimo, con caratteristiche ideali per il lungo affinamento previsto per il Brunello”.
Per quanto riguarda la quantità, la diminuzione rispetto al 2011 si attesta sul 14%, tra i minimi raggiunti negli ultimi 10 anni.
L’inizio della fase vegetativa si è sviluppato con un leggero ritardo nella seconda parte del mese di aprile, probabilmente a causa del freddo invernale. Anche la fioritura e l’allegagione sono arrivate con un po’ di ritardo nella prima parte del mese di giugno. L’invaiatura si è svolta in un periodo di tempo abbastanza lungo, tra la seconda metà di luglio e la prima decade di agosto e la maturazione è arrivata con un certo anticipo. La raccolta, iniziata il 17 settembre e terminata nella prima decade di ottobre, si è svolta nelle condizioni ideali.
Buone anche le annate del Moscadello, le cui uve – notoriamente delicate – hanno potuto maturare bene e senza problematiche, spesso dovute ad annate più piovose, e del Sant’Antimo, dai vini concentrati e con un buon potenziale di affinamento.
“Montalcino è un esempio riuscito di territorio, dove l’agricoltura crea valore e lo fa rimanere sul territorio – ha sottolineato Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio -. Valore che non solo si traduce nell’opportunità di creare e mantenere posti di lavoro a Montalcino, ma soprattutto che consente ai giovani vignaioli di dare tutto il loro contributo in termini di entusiasmo ed innovazione ”. Numeri alla mano, dei 250 produttori del consorzio 31 hanno un’età compresa tra i 22 e i 43 anni, gestiscono 26 aziende e costituiscono il “cuore giovane” della viticultura montalcinese, mentre il 30% degli under 40 è già alla guida di una cantina. Il 60% dei giovani occupati nel territorio è laureato, la maggior parte parla inglese e il 70% conosce bene anche una seconda lingua.
Devi essere connesso per inviare un commento.