Come in gran parte di più importanti mercati del vino mondiali, anche in Argentina, quando si tratta di segmento premium, quello delle chiusure sintetiche rimane un quasi tabù.
Diversamente, nelle fasce di prezzo più basse tappi sintetici e tappi a vite sono sul punto di occupare la più larga fetta del mercato: a vantaggio delle cantine che senza necessariamente nuocere alla qualità riescono a contenere i costi. È, infatti, innegabile che il tappo sintetico sia più economico di quello in sughero naturale.
In questo contesto, i produttori di chiusure alternative sono sempre più attratti dal mercato argentino tanto che uno dei più importanti e noti a livello mondiale ha recentemente messo piede nel paese della Pampa pianificando investimenti per i prossimi anni.
È interessante notare che, prezzi e costi a parte, la strategia dei produttori di tappi sintetici per il mercato argentino è di lungo periodo, tanto che, Juan Diego Wasilevsky, giornalista del portale argentino d’informazione vitivinicola areadelvino.com, l’ha definita addirittura “opera di evangelizzazione”. Si cerca, infatti, di far passare l’idea che i tappi sintetici per le loro caratteristiche possano dare grandi vantaggi nel senso della qualità, soprattutto per la loro uniformità: hanno infatti, secondo i produttori e diversamente da quelli di sughero, una variabilità (definita tecnicamente “area grigia”) molto bassa rispetto al passaggio di ossigeno. È inoltre possibile a livello ingegneristico creare tappi diversi per i diversi vini cui saranno destinati così da consentire scambi di ossigeno ottimali per le diverse tipologie.
FEB
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