Alla fine l’ha spuntata la Commissione europea. I diritti d’impianto spireranno per tutti nel 2018, sostituiti da un sistema di “autorizzazioni” di durata pari a 6 anni e applicabile a tutte le categorie di vino.
Nonostante dunque il voto in plenaria del Parlamento Ue, che voleva il mantenimento dello status quo fino al 2030, il Consiglio dei ministri Ue ha ritenuto di accettare la proposta del commissario Ciolos, così come scaturita dalle riunioni del Gruppo d’alto livello, spostando solo di due anni l’entrata a regime, dal 2016 richiesto dalla Commissione al 2018.
Le autorizzazioni dunque saranno concesse liberamente, non saranno trasferibili e torneranno nella disponibilità dello Stato membro se dopo tre anni non saranno state convertite in vigneto da parte del beneficiario.
Ogni anno, ciascuno Stato membro potrà implementare la propria superficie vitata di un 1%, quota che si tramuterà automaticamente in autorizzazioni (vedere qui i dettagli).
Con la cessazione quindi dal 2018 del sistema dei diritti, viene a cadere anche il valore patrimoniale che questi portano in dote.
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