Il 28 marzo, il Comitato promotore, presieduto da Pierluigi Comelli, ha presentato alla Direzione regionale delle risorse agricole le firme necessarie per la costituzione della Doc regionale “Friuli” o “Friuli Venezia Giulia”. Ci sono voluti più di due anni di incontri e di intenso lavoro sul necessario disciplinare tecnico per giungere alla raccolta delle sottoscrizioni dei produttori indispensabili all’avvio della procedura formale mirata al riconoscimento della nuova Doc. La richiesta è stata avanzata dal Comitato promotore della Doc “Friuli Venezia Giulia” mentre è stata stabilita, per i prossimi giorni, la consegna ufficiale delle firme al Mipaaf e, per suo tramite, anche all’Ue.
Un risultato che va ricondotto alla rinnovata collaborazione tra i membri del Comitato promotore, di cui fanno parte i rappresentanti dei Consorzi di tutela delle zone Doc Friuli Annia, Friuli Aquileia, Friuli Colli Orientali e Ramandolo, Friuli Grave, Friuli Isonzo, Friuli Latisana e Confcooperative, così come sono molti i nomi eccellenti che spiccano tra i firmatari della raccolta che, con quasi mille sottoscrizioni, si attesta su un numero ben superiore al quorum minimo richiesto del 35% dei produttori interessati e coinvolge una superficie pari a oltre 6mila ettari di vigneto.
E anche se le aziende dovranno attendere ancora almeno un paio di vendemmie prima di poter citare in etichetta la denominazione “Friuli” o “Friuli Venezia Giulia”, la Doc regionale è ormai una realtà a cui i produttori potranno aderire, in modo volontario, scegliendo l’una o l’altra dicitura.
Lontana dall’essere una denominazione unica, la Doc regionale si integra e si affianca alle altre Doc del “Vigneto Friuli Venezia Giulia”. Il suo disciplinare è originato dallo spirito di collaborazione tra i produttori del territorio di cui raccoglie e interpreta le esigenze. La nuova denominazione è stata infatti pensata con precisi obiettivi sia commerciali che promozionali volti a trainare l’indiscussa qualità della produzione enoica regionale e, al contempo, recuperare nel nuovo marchio parte del prodotto attualmente commercializzato come Igt.
Sarà proprio sulla promozione che si giocherà una parte del successo futuro. La nuova Doc dovrà dare visibilità anche commerciale al comparto agroalimentare, anche oltre il settore del vino.
Le attuali Doc e Docg di vertice, invece, godranno di un canale promozionale più specifico, capace di evidenziarne identità e differenze territoriali che rimarranno invariate. Questo perché entrambe le produzioni si connotano per target, messaggi e canali distributivi e promozionali diversi.
Devi essere connesso per inviare un commento.