In questo tour virtuale alla scoperta dei mercati africani più appetibili per il vino, è la volta del Kenya, Paese che ha dalla sua la particolarità di essere anche un riesportatore: circa la metà del volume di vino che entra nel Paese viene assorbito via cisterna, per ripartire alla volta di altri Paesi africani, Congo, Uganda e Burundi in primis. La metà che rimane non è comunque poca cosa: 3,5 milioni di litri di vino fermo in bottiglia, per un valore prossimo ai 10 milioni di dollari, cui se ne aggiungono altri 2 milioni di spumanti. Totale, un mercato da circa 12 milioni di dollari, in cui a primeggiare sono Sudafrica e Francia, lato bollicine.
Ai sudafricani infatti spetta oltre la metà del valore import bottiglia, seguiti dai cileni, i cui valori di vendita sono più che raddoppiati in sette anni, dagli spagnoli e poi dagli italiani, con un 9% di quota sul totale import, ma valori piuttosto stabili: si era a 600.000 dollari nel 2005, si è arrivati a poco più di 800.000 sette anni dopo. In gran sostanza, nel 2005 eravamo secondi, siamo scivolati al quarto posto.
Sugli spumanti, come detto, è la Francia a fare il grosso del mercato: 44% di provenienza diretta, a cui si sommano le riesportazioni da Paesi Bassi, Belgio e UK. L’Italia sta al terzo posto, con il 21% di quota, ma si sta parlando di non più di 390.000 dollari di valore.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane kenyote
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