Inziamo con questo breve articolo una rassegna delle principali varietà a uva da vino coltivate nelle regioni d’Italia, partendo dal Piemonte. La Barbera è sicuramente l’uva più presente in regione: nel 2010, anno dell’ultimo Censimento in agricoltura, l’Istat ne ha rilevato oltre 13.900 ettari, il 30% della superficie vitata regionale. Queste stesse superfici assicurano una leadership indiscussa a livello nazionale: in Piemonte si trova infatti il 68% dei vigneti di Barbera impiantati in Italia.
Tornando in ambito regionale, seconda per diffusione è una varietà a bacca bianca: il Moscato bianco, con 9.750 ettari e una quota del 21%. Ma rilevante è anche la presenza di Dolcetto, con 5.990 ettari, nonché di Nebbiolo e Cortese, rispettivamente con 4.480 e 2.630 ettari. Anche di questi vitigni il Piemonte detiene la quota preponderante, compresa tra l’80 e il 98 per cento, della corrispondente superficie nazionale. Il Nebbiolo in purezza, in particolare, è la base per le Docg Barolo e Barbaresco e la Doc Nebbiolo d’Alba.
Oltre che caratterizzata, la composizione ampelografia del vigneto piemontese è anche stabile nel tempo. Benché i metodi di rilevazione siano nel frattempo cambiati, la graduatoria delle prime cinque varietà, che assommano quasi l’80% della superficie regionale, è infatti perfettamente sovrapponibile con quella risultante dal precedente Censimento Istat del 2000.
* L’uva di altro colore include Pinot grigio e le varietà rosate, secondo la classificazione del Registro nazionale delle varietà di vite
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Censimento Istat. Sui numeri in distribuzione al Simei, un’ampia rassegna delle varietà coltivate in tutte le regioni d’Italia, con il dettaglio provinciale e la segmentazione Dop-comuni e per colore
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