Milano, 9 maggio. Giulietta e Khaled potrebbero essere i protagonisti di una storia moderna che nel titolo e non nel finale, vogliamo augurarci, richiama l’amore tra i personaggi di una delle più note tragedie di sempre. “Giulietta e Khaled”, vincitore dell’edizione 2013 del “Premio Ferrari” (inerente a quanto pubblicato sui giornali nell’anno passato), è il titolo con il quale Maria Novella De Luca, lo scorso 5 ottobre dalle pagine de La Repubblica, raccontava l’amore difficile ma vincente tra i giovani della multietnica periferia romana.
Così la giuria del Premio ha voluto riconoscere, in un’Italia immersa nelle difficoltà della crisi, la possibilità e la speranza che nell’amore l’integrazione possa essere perfetta. La crisi del nostro Paese, più volte citata non solo nei titoli e nelle copertine finaliste del premio Ferrari, ma soprattutto nelle parole degli intervenuti, è stato il tema forte della serata. Nella Sala d’Onore della Triennale di Milano, in una serata resa particolarmente piacevole dalle bollicine Ferrari e dai piatti di un raffinato catering, Andrea Vianello, direttore di Rai3, ha chiesto ai giurati di raccontare con le loro parole il 2012 italiano, “che titolo dareste al 2012?”. Sono intervenuti i giornalisti Antonio Calabrò, Emilio Carelli, Massimo Donelli, Mario Giordano, Claudio Sabelli Fioretti, Gian Antonio Stella e il fotografo Oliviero Toscani.
La crisi, quella (presunta?) della carta stampata, è raccontata anche nella copertina vincitrice del Premio. “La notizia della mia morte è fortemente esagerata”, dal primo numero (marzo 2012) di IL, mensile del Sole 24 Ore, cita una frase del celebre umorista americano Mark Twain per “smentire chi dice che i giornali”, tra internet e social network, “sono finiti”. A questo proposito, il direttore del mensile, Christian Rocca, venuto a ritirare le 1000 bottiglie di Ferrari Brut in palio per ognuna delle due categorie in concorso, ha raccontato che proprio il giorno dell’uscita di quella copertina nel mondo il numero di giornali venduti è stato superiore a quello di tutte le connessioni internet effettuate.
Camilla Lunelli, oggi insieme ai cugini alla guida delle Cantine Ferrari, Presidente della giuria del Premio, ha ricordato la passione della sua famiglia per il mondo del giornalismo, ragione che ha portato all’istituzione di questo concorso. La serata è stata anche occasione, attraverso le parole di Matteo Lunelli, Presidente della Cantine Ferrari, per ricordare il padre Giorgio, mancato lo scorso settembre, e l’amico Ottavio Missoni, protagonista di molte edizioni del Premio Ferrari, scomparso proprio la mattina del 9 maggio.
Francesco Emanuele Benatti
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