di Patrizia Cantini
L’assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori, è un uomo abituato a mettere la gente seduta attorno a un tavolo e a cercare di trovare delle soluzioni condivise. Dal suo arrivo all’assessorato nel 2010 di tavoli di confronto ne ha creati parecchi, e uno dei questi è relativo alle anteprime toscane. Ne abbiamo parlato tante volte e la questione, riassunta in due parole, è la seguente: non varrebbe la pena concentrare tutte le anteprime in un’unica sede, ossia a Firenze, invece che costringere i giornalisti a un tour attraverso i territori che ogni anno diventa sempre più lungo? Se ne parla da anni ma alcuni consorzi, in primis quello del Brunello di Montalcino, hanno dimostrato contrarietà a “perdere” la presenza dei giornalisti sul proprio territorio, ritenendola fondamentale. Questa posizione avrebbe una sua logica se non si prendesse in considerazione il fatto che quei giornalisti sono praticamente gli stessi da almeno un decennio e che dunque questi conoscono ormai alla perfezione i territori di produzione e anche moltissime aziende. Le trattative vanno avanti da circa tre anni, ma fino a qualche mese fa senza un niente di fatto.
Poi, finalmente si è arrivati a un primo compromesso. Nella sostanza le cose non cambiano molto (parte per il Consorzio Vino Chianti, come vedremo), ma si è arrivati a creare un coordinamento tra consorzi ed enti istituzionali che ha permesso di formulare per il febbraio prossimo un calendario privo di sovrapposizioni. Alle anteprime classiche – che di per sé non subiscono mutamenti – va ad affiancarsi il Buy Wine, ossia l’evento creato nel 2010 da Toscana Promozione e che si svolge alla Fortezza da Basso di Firenze. Il Buy Wine mette in relazione aziende e buyers. A febbraio 2013, nel corso delle due giornate della manifestazione, si sono tenuti 5760 incontri B2B per un giro d’affari stimato di 860.000 euro (dati Toscana Promozione). Per il 2014, l’edizione del Buy Wine si terrà il 15 e il 16 febbraio e sarà dedicata alle denominazioni emergenti. 250 sono i produttori iscritti, mentre i buyers invitati da tutto il mondo saranno 200. Oltre a questi saranno coinvolti, come nelle passate edizioni, alcuni membri della Federation Internationale des Journalistes et Ecrivains des Vins et Spiritueux e del Circle of Wine Writers, quindi in questo caso giornalisti.
Sempre alla Fortezza poi ci sarà per la prima volta – e questa è la vera novità – l’anteprima di tutte le denominazioni di origine toscane a esclusione di quelle che organizzano la propria anteprima secondo la consueta formula, ossia Brunello, Chianti Classico, Nobile e Vernaccia. Il Chianti invece ha deciso di aderire alla formula proposta dalla Regione e quindi di non organizzare più una propria anteprima come negli anni passati. Insieme al Chianti e a tre delle sue sottospecificazioni geografiche (Colli Senesi, Colli Fiorentini e Rufina), l’anteprima della Fortezza da Basso vedrà sfilare anche il Carmignano, il Terratico di Bibbona, le Strade del Vino di Bolgheri, l’Elba, la Val di Cornia, il Montecucco, il Morellino di Scansano e, infine, il Cortona. Insomma, una bella vetrina del vino toscano, che darà a buyers e giornalisti l’opportunità di toccare una buona fetta della produzione regionale senza doversi spostare da Firenze. Buyers e giornalisti tuttavia tra il 18 e il 21 di febbraio potranno partecipare a tour organizzati da Toscana Promozione che toccheranno tutti i territori presenti alle anteprime, compresi Brunello, Nobile e Chianti Classico.
Dunque, come abbiamo già detto, un primo passo è stato compiuto, ed è indubbio che quest’anno la Toscana, e Firenze in maniera particolare, vedranno una concentrazione pressoché straordinaria (almeno per il nostro paese) di vini in degustazione per operatori e giornalisti provenienti da tutto il mondo. Ma cosa ne pensa l’assessore Salvadori? E’ soddisfatto di quanto fino a ora ottenuto o aspira a qualcosa di più? “Il territorio è e resta fondamentale, ma la grande frammentazione di denominazioni, e quindi di consorzi, rischia di diventare un elemento negativo per i mercati internazionali e in maniera particolare per quelli orientali”, afferma Salvadori. “La Regione si è ha già mossa in questo senso creando il marchio Tuscany Taste (la famosa farfalla fatta di vino), che intende essere un vero e proprio brand, e il secondo passaggio è proprio quello delle anteprime e del Buy Wine, ossia dell’evento creato dall’amministrazione regionale per creare a Firenze un momento di incontro tra aziende e buyers, che ha come sede la Fortezza da Basso. La Fortezza – ossia il centro fieristico fiorentino – dunque rafforza il proprio luogo di ambasciatrice del vino toscano riunendo le due manifestazioni e diventando un evento vero e proprio destinato a ripetersi di anno in anno.” “Noi – prosegue l’assessore – dobbiamo avere una visione per il futuro e fare le scelte giuste per ottenere gli obiettivi che ci siamo prefissi. Le imprese devono sentire che la Regione è loro vicina e sono sicuro che il prossimo febbraio i produttori si renderanno conto che questa è la strada giusta. Spero che nel 2015 si possa fare un ulteriore passo avanti e in questo senso sarà interessante sapere cosa ne pensano i giornalisti, e vi assicuro che lo sapremo”.
L’affermazione è importante, e indica la chiara intenzione che esiste una precisa volontà da parte del governo regionale di andare avanti sulla strada del confronto affinché il vino toscano trovi un suo momento unico di promozione a livello nazionale e internazionale. Ma Salvadori dice anche di essere grato a tutti i consorzi che hanno partecipato al tavolo perché hanno collaborato senza pregiudizi e portando spunti di riflessione importanti. Da parte sua, l’assessore è sempre più convinto che si debba creare un “sistema Toscana” in grado di dialogare come identità comune, pur restando ferme le molteplici specificità che si trovano al suo interno. Non solo: bisognerà anche che la Toscana faccia una seria riflessione sulla complessità delle denominazioni di origine in modo da trovare una maniera per spiegarla all’estero. E conclude: “Se oggi non diamo un segnale che non viviamo solo di nostalgia ma anche di prospettive e di investimenti la Toscana perderà posizioni. Il fatto che la gente venga a investire qui da noi è un fatto importante, perché evidentemente questa gente pensa che in Toscana ci sia un futuro economico e civile”.
Queste le parole e il pensiero di Gianni Salvadori, ma cosa ne pensano i principali attori delle anteprime, ossia i produttori attraverso i loro rispettivi consorzi?
Partiamo dal Chianti, ossia dall’unico consorzio che abbia deciso di rinunciare alla propria anteprima singola per partecipare a quella comune organizzata alla Fortezza da Basso. Il presidente del consorzio Giovanni Busi del resto è da sempre tra coloro che credono nella necessità di andare oltre la logica dei territori per offrire a giornalisti e buyers una vetrina comune, compatta e “di peso”. “La Toscana – ricorda Busi – è l’unica regione italiana pronta per organizzare un’anteprima unica. Avremmo tutti da guadagnarci, anche in termini di abbattimenti dei costi e di contributi regionali”. In effetti, la Regione ha deciso di sostenere solo ed esclusivamente le iniziative comuni (e quindi il Buy Wine e l’anteprima alla Fortezza), e muoversi tutti insieme significherebbe anche un maggior potere da parte dei consorzi nel batter cassa all’amministrazione pubblica. Il Chianti è convinto che partecipare all’anteprima della Fortezza porterà presso i banchi dei propri produttori un maggior numero di operatori, oltre alla possibilità di mettere in evidenza anche le sottospecificazioni geografiche. Busi è anche ottimista nel ritenere che questo passo compiuto ne porterà altri per gli anni prossimi.
Anche il nuovo presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano Andrea Natalini è convinto che l’unione tra anteprime e Buywine possa essere foriera di maggiori progettualità comuni per il 2014. Natalini è pragmatico e sa perfettamente che i giornalisti nazionali e internazionali conoscono ormai bene il territorio di Montepulciano e le aziende. Nonostante i produttori abbiano fortemente contribuito al restauro della fortezza poliziana per creare una sede adatta all’anteprima, il consorzio vede positivamente uno spostamento dell’intera manifestazione a Firenze. Attualmente l’anteprima costa ai produttori di Montepulciano tra gli 800 e i 1000 euro, e il poter accedere a fondi regionali sarebbe un bel risparmio per le aziende. Insomma, per quanto il nuovo CdA non abbia ancora affrontato la tematica dell’anteprima, il presidente Natalini mantiene la posizione del suo predecessore: assoluta apertura nei confronti dell’organizzazione di un’unica anteprima fiorentina nel futuro prossimo.
Letizia Cesani, presidente del Consorzio della Denominazione San Gimignano, conferma la disponibilità ad un’unica grande anteprima ritenendo che il loro evento sul territorio possa anche essere organizzato in un altro momento. In effetti da anni la Vernaccia è protagonista di un confronto con altri vini bianchi, in una degustazione che ha appunto il titolo di “Il vino bianco e i suoi territori”. Già dal titolo dunque emerge l’importanza che i produttori di Vernaccia danno al proprio territorio. Tuttavia, questa degustazione in futuro potrebbe anche essere staccata dalle anteprime e continuare a essere una vetrina importante per il territorio di San Gimignano. Ma la Cesani ammette, con grande onestà intellettuale, che ognuna delle realtà che negli anni hanno dato vita alle anteprime si sono ritagliate uno spazio importante nel panorama della promozione internazionale, e un’unica presentazione collettiva potrebbe in effetti sfavorire le denominazioni più piccole com’è appunto quella della Vernaccia. Infine, la presidente ammette anche che quando si parla di un’unica anteprima esiste una sorta di blocco di fondo, rappresentato dal fatto di devolvere importi consortili e di singole aziende in un grande contenitore per un evento che in effetti punta i riflettori su tutti. “Va metabolizzato”, ammette Letizia Cesani, che pure è convinta che si andrà avanti proprio su questa strada, mostrando dunque di pensarla allo stesso modo di Giovanni Busi del Chianti.
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