L’Instituto Nacional de Vitivinicultura (INV) argentino, associazione di categoria sempre attenta a tracciare lo stato e l’evoluzione del settore vitivinicolo del paese, attraverso completi e dettagliati report, ha lanciato nei giorni scorsi un grido d’allarme: il settore vino dell’Argentina è in crisi.
Nell’anno 2014 le vendite sono calate in volume del 7,36% rispetto all’anno precedente, aggravando sempre di più la già la crisi, già in atto, di eccesso di offerta, problema che pesa soprattutto sui piccoli produttori.
Il commercio locale ha visto un calo del 4,5% mentre la diminuzione delle esportazioni è stata addirittura a doppia cifra: – 17%.
Il 2014, a conti fatti, è stato uno degli anni peggiori del decennio. Tra gennaio e dicembre sono stati messi in commercio da parte delle cantine del paese solamente 12,76 milioni di ettolitri di vino (come detto -7,36% sul 2013). Di questo volume quasi il 79% è stato destinato al mercato interno, il 18,3% all’export; la piccola percentuale rimanente è stata invece destinata all’industria dell’aceto, alle distillerie ad altre trasformazioni.
Al calo dei volumi è corrisposto anche un calo del fatturato; il prezzo FOB delle esportazioni è calato in media nell’anno 2014 del 4,47%, mentre il prezzo dei mosti è crollato addirittura del 30%.
Tra i diversi protagonisti del settore quelli che soffrono di più di questa situazione sono i piccoli produttori. A gennaio, nella città di Mendoza, vi è stata una manifestazione che ha portato in piazza circa cinquemila persone e ora viticoltori minacciano di boicottare la tradizionale Festa della Vendemmia che si terrà nei primi giorni del mese di marzo.
FEB
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