Steven Ciobo, Il Ministro australiano del Commercio (Minister for Trade, Tourism and Investment), ha annunciato, con un comunicato stampa dello scorso primo luglio, l’avviamento dei negoziati per un accordo di liberi scambio con la Pacific Alliance, l’iniziativa di integrazione regionale stipulata il 28 aprile 2011 tra Messico, la Colombia, il Cile ed il Perù.
L’Australia è così uno dei primi paesi del mondo a lanciare un Free Trade Agreement (FTA) con questo blocco commerciale il cui PIL 2016 è stato superiore a 1.800 miliardi di dollari e che rappresenta il 38% della popolazione e il 57% delle importazioni totali dell’America Latina. I paesi membri della Pacific Alliance hanno importato lo scorso anno beni per un valore maggiore di 600 miliardi di dollari.
Obiettivo del Governo australiano è dunque quello di stipulare un accordo di alta qualità che crei nuove opportunità per i settori agricolo, manifatturiero e terziario australiani, oggi frenati nelle esportazioni verso la Pacifica Alliance da condizioni doganali particolarmente sfavorevoli: il dazio sulla carne australiana arriva ad esempio all’80%, quello sui latticini fino al 45%, quello sullo zucchero fino al 30%.
Anche il vino è tra i prodotti australiani che dovrebbero giovare del FTA, per la stipula del quale il ministro Ciobo prevede tempi relativamente brevi.
La Winemakers’ Federation of Australia (WFA) ha infatti sottolineato l’importanza di questo futuro FTA. In un comunicato stampa il suo CEO, Tony Battaglene, ha dichiarato che la differenziazione delle esportazioni rimane per l’industria del vino australiana una importante priorità e La Pacific Alliance offrirà opportunità di nicchia agli esportatori australiani. Il Messico in particolare sarebbe , sempre secondo Battaglene, un mercato di grande potenziale per l’Aussie wine.
FEB
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