di Elisa Costanzo
Nonostante una vendemmia 2014 difficile, Cantina di Soave, consolida i risultati dell’esercizio precedente e si conferma una delle prime realtà nel settore vitivinicolo italiano. Bilancio al 30 giugno 2015 approvato all’unanimità, salgono i ricavi che raggiungono i 106 milioni di euro, +3% rispetto lo scorso bilancio ma sfiora i 49 milioni di euro, -10%, la liquidazione totale ai soci, risultato legato alle difficoltà di produzione delle uve nella vendemmia 2014. “Nonostante la congiuntura economica sfavorevole, l’azienda è riuscita a conseguire gli obiettivi in modo brillante” spiega Attilio Carlesso, presidente di Cantina di Soave, nel corso della conferenza stampa di presentazione del bilancio al The Gentleman of Verona Grand Relais, in via Cattaneo a Verona “incrementando il fatturato consolidato a 106 milioni e conservando le posizioni commerciali, garantendo la stabilità delle vendite e raggiungendo un risultato economico positivo per il reddito dei nostri 2200 soci, con una remunerazione delle uve pari a 48.800.000 euro. Risultato degno di nota per il 2014, perchè il valore supera del 39% le quotazioni della borsa merci”.
Un fatturato realizzato, per l’azienda leader nella produzione di Soave, ma anche di Valpolicella e Durello, per il 42% dai mercati esteri. In testa la Gran Bretagna, con un aumento del +22% nell’acquisto dei vini bianchi, a cui segue la Germania che rimane stabile e l’Austria con un + 5%; per i vini rossi a più alto valore aggiunto, la Scandinavia registra un + 12% e la Svizzera rimane stabile. “Di particolare rilevanza è l’aumento, in volume, +4%, e in valore +3%, delle vendite di prodotto imbottigliato” commenta Bruno Trentini, direttore generale della Cantina. “Le vendite di prodotto imbottigliato, rispetto allo sfuso, mantengono una quota maggioritaria del 53%; di cui ben il 61% deriva da prodotto a marchio azienda, contro il 39% determinato dalla vendita di prodotti a private label. Anche per quanto riguarda il vino sfuso” aggiunge Trentini “è interessante rilevare un incremento sia in volume (+9%) che in valore (+3%), rispetto allo scorso esercizio, soprattutto grazie alle vendite di vini Dop e Igp che sono riusciti a mantenere prezzi stabili”.
La Cantina che si conferma una forza aggregante per il territorio ma anche un elemento equilibratore tre offerta e richieste del mercato per la valorizzare le denominazioni gestendo il 48% della Doc Soave e il 43% della Doc Soave Classico, il 49% dell’intera doc Valpolicella e il 70% dell’intera Doc Lessini Durello. “Gestire una denominazione significa stabilire la quantità di prodotto da immettere sul mercato senza creare esuberi e definire il posizionamento più corretto per la stessa” spiega Trentini. “Abbiamo iniziato nel 2000 per la tipologia Soave, poi con il Valpolicella e più di recente con il Lessini Durello con il risultato che allo stato attuale queste denominazioni sono tra le più remunerative per il viticoltore nel panorama nazionale”. Un presente che è frutto di attenta programmazione e che guarda ora agli impegni futuri, primo tra tutti il prossimo ampliamento della cantina di Soave.
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