Negli Stati Uniti l’industria del vino conta oggi oltre 11.000 aziende vinicole distribuite su ben 50 Stati ed è capace di generare un valore annuo di circa 107 miliardi di dollari. Questo e quanto riportiamo di seguito è suggerito dal recente 2024 BMO Wine Market Report, rilasciato nei giorni scorsi dal BMO Financial Group e realizzato in collaborazione con WineBusiness Analytics e BW166.
Il documento offre un esame completo di tutta l’industria “americana” del vino che – passato il diluvio della pandemia – è oggi pronta per una nuova stabilizzazione ed una nuova crescita.
Sebbene su questo comparto soffino ancora venti contrari, i risultati dell’indagine di BMO rivelano un cauto ottimismo diffuso tra gli operatori, riguardo in particolare ad una crescita delle vendite attesa per i prossimi cinque anni. Il 71% delle aziende prevede infatti, già per questo 2024 una, crescita dei ricavi vs 2023, il 22% prevede ricavi stabili e solo il 6% si aspetta un calo. Notevole inoltre che il 26% delle aziende di maggiori dimensioni preveda per quest’anno un aumento dei ricavi superiore al 10%.
I principali fattori che starebbero contribuendo alla salute del settore sono una continua spinta verso l’innovazione dei prodotti, una crescita delle vendite dirette e, fattore già da tempo incidente in questo mercato, la premiumizzazione (con quasi il 30% dei consumatori di vino che dichiara di acquistare almeno una volta al mese una bottiglia di vino di prezzo superiore ai 20 dollari).
L’indagine di BMO ha quindi coinvolto anche i consumatori. Ne è emerso che in un contesto di evoluzione demografica il 61% dei consumatori di vino (dato per il 2023) appartiene negli Stati Uniti alle generazione dei Millennial (quota 30%), Gen Z (6%) e Gen X (25%), sebbene i Baby Boomer (cioè i nati da dopo la Seconda guerra mondiale fino a metà degli anni Sessanta) rappresentino ancora una quota significativa nel numero dei consumatori in età legale, cioè il 34%.
FEB