Lo scorso anno sono partite dalle cantine della Champagne alla volta dei mercati 326 milioni di bottiglie, pari ad una crescita del 1,6% rispetto all’anno precedente. Un dato che conferma, secondo l’opinione dei produttori rappresentati dal Comité Champagne (CIVC), il “dinamismo” del mercato di un prodotto che è stato capace di riprendersi rapidamente dallo shock della crisi sanitaria del 2020. La flessione delle spedizioni nazionali (-1,7% vs 2021 fino a 138,4 milioni di casse) è stata infatti compensata nel 2022 da una buona crescita delle esportazioni: +4,3% fino a 187,5 milioni di bottiglie; la quota delle spedizioni oltreconfine sul totale delle vendite è oggi del 57% (era del 45% solo dieci anni fa).
In questo contesto di mercato, il CIVC, organizzazione interprofessionale che riunisce tutti i viticoltori e tutte le Maison di Champagne, creata dalla legge francese del 12 aprile 1941, ha presentato nei giorni scorsi durante Wine Paris & Winexpo Paris (14-16 febbraio 2023), il suo piano strategico per affrontare le sfide del prossimo decenni. Tra queste in primo luogo vi è la fragilità dei vigneti che, soggetti ai cambiamenti climatici, stanno fronteggiando lo sviluppo di malattie che ne causano il deperimento (particolare preoccupazione viene oggi dalla flavescenza dorata),
Con lo scopo di supportare i viticoltori e mercato, il budget annuale del Comité crescerà di dieci milioni di euro nei prossimi dieci anni. Gli investimenti saranno destinati in particolare ad operazioni di R&D (la filiera si doterà di un nuovo centro di ricerca che sarà operativo entro il 2025 e saranno promosse ulteriori ricerche sulla riduzione dei fitofarmaci e sull’innovazione varietale) ad uno sviluppo sostenibile della filiera (obiettivo “Net Zero” entro il 2050) e ancora alla tutela internazionale della denominazione, proseguendo la storica lotta contro gli usi abusivi del nome, oggi sempre più numerosi con il crescere delle nuove tecnologie.
“L’investimento che stiamo realizzando – così ha dichiarato David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del Comité Champagne – incarna la responsabilità sociale dei nostri attori ed è una priorità assoluta per garantire che lo Champagne rimanga un vino eccezionale, sostenuto da una filiera unita, responsabile e impegnata. È un nuovo slancio al servizio delle nuove ambizioni della nostra denominazione e del nostro terroir”.
FEB