La lunga telenovela spagnola della distillazione, iniziata a luglio, si conclude definitivamente con un no. Nei giorni scorsi il comunicato ufficiale del Magrama, ministero delle politiche agricole, sanciva l’accordo con tutta l’interprofessione nazionale per il ritiro del decreto (già pronto per essere pubblicato) contenente i volumi di prodotto da bruciare, 800.000 ettolitri di vino comune da destinare a usi energetici, ettolitri frutto di un complicato calcolo tra giacenze, rapporto giacenze/media delle ultime campagne. Si ricorda che si era partiti a luglio con un’ipotesi di 4 milioni di ettolitri.
Cos’è cambiato? E’ cambiato che, fatta la conta delle giacenze, il dato a fine luglio in Castilla, pur rimanendo elevato (13 milioni di ettolitri tra vini e mosti), è andato comunque riducendosi rispetto al dato di marzo, che ne contava 12 milioni in più. Poi il dato produttivo, che rimette la Spagna in linea con vendemmie normali, tra 40 e 43 milioni di ettolitri, contro il mostruso 53 del 2013. E infine il dato export, che a luglio conferma il grande incremento delle spedizioni di sfuso verso Germania e Francia.
Messo insieme il cocktail, gli spagnoli hanno deciso alla fine che quegli 800.000 ettolitri di vino era meglio tenerseli in cantina. E così sarà.
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