UIV ha evidenziato al WIC che gli effetti antivirali di questo composto fenolico possono essere oggetto di nuovo approfondimento scientifico
Di Elisabetta Romeo – Policy officer UIV
Nella corsa della comunità scientifica mondiale verso la ricerca di farmaci e, domani, di vaccini, contro il Coronavirus, il vino non è (ancora) tra le sostanze ammesse alla sperimentazione, anche se numerosi composti fenolici tra cui il resveratrolo, presente anche nel vino, ha, secondo diversi studi scientifici, un effetto antivirale. E non esistono, ancora, studi o progetti in corso sugli effetti del resveratrolo sulla SARS-Cov2, che è il virus responsabile del Covid-19, sebbene i presupposti scientifici per promuovere una ricerca in tal senso ci potrebbero essere.
Nasce da qui la proposta avanzata da Unione Italiana Vini al Wine Information Council (WIC), l’organismo di collegamento tra diverse istituzioni accademiche e ricercatori che si interessano alle relazioni tra vino e salute, di approfondire dal punto di vista scientifico l’argomento degli effetti antivirali del resveratrolo.
Il resveratrolo, infatti, ricompreso tra i composti organici che possono essere coinvolti nella difesa delle piante dai fitopatogeni invasori, ha un effetto inibitore sulla riproduzione di diversi virus come quelli del vaiolo, dell’influenza, dell’herpes, dell’enterite, dell’epatite C, della peste suina africana e dell’enterite dell’anatra, come è stato evidenziato nell’articolo “Suppression of Poxvirus Replication by Resveratrol” pubblicato nella rivista Frontiers in Microbiology del 2017.
In più, un articolo pubblicato nella rivista Journal of Agriculture and Food Chemistry nel 2014 conclude che sia il vino rosso che il resveratrolo riducono il livello di RNA virale in modo dose-dipendente. E, un altro articolo pubblicato nella rivista BMC Infectious diseases “Effective inhibition of MERS-Cov infection by resveratrol” evidenzia l’effetto inibitore in vitro sulle malattie respiratorie provocate dal MERS CoV, un coronavirus identificato in Arabia Saudita nel 2012.
Insomma, le premesse scientifiche ci sono tutte per avviare una sperimentazione che potrebbe riservare sorprese interessanti.