Negli ultimi dieci anni l’industria del vino della Crimea ha calcato significativi passi in avanti. Lo suggeriscono i recenti dati diffusi dal Ministero dell’Agricoltura della Repubblica di Crimea, diffusi dall’Associazione dei viticoltori e produttori di vino di Russia, che cita in particolare un comunicato dall’agenzia di stampa Tass.
Ricordiamo, prima di proseguire coi numeri, che nel 2014, in seguito ad un referendum, la Repubblica autonoma di Crimea si dichiarò indipendente dall’Ucraina, a cui il territorio della penisola che si affaccia sul Mar Nero appartiene ancora de jure, e venne ammessa alla Federazione russa, nonostante il mancato riconoscimento della sua autonomia da parte della comunità internazionale.
Secondo il citato Ministero, la produzione di vino in Crimea è cresciuta dal 2014 di 3,4 volte grazie ad un aumento della capacità produttiva, la produzione di spumante di 2,3 volte e quella di cognac del 44%.
Al contempo, ancora negli ultimi dieci, il volume lordo della vendemmia è cresciuto del 49% fino a 115,22 tonnellate di uva vendemmiate nel 2023.
La superficie vitata ha invece raggiunto 22.800 ettari nello stesso anno, quanto ammontava a 18.400 ettari nel 2014 (+24%).
Come dichiarato a gennaio scorso da Alime Zaredinova – Ministro dell’agricoltura ad interim – dal 2014 ad oggi gli aiuti statali al settore vitivinicolo sarebbero cresciuti di 11 volte, anche allo scopo di promuovere il turismo. Per i prossimi anni, tuttavia, l’obiettivo non sarebbe tanto quello di accrescere ancora la superficie vitata, ma quello di rinnovare i vigneti a bassa produttività, la cui quota nel vigneto della penisola è diminuita dal 53% al 41% tra 2014 e 2023.
FEB