Il vino si fa con l’uva, ma anche con il cuore. Ne sono convinti i 15 enotecnici usciti nel 1994 dalla scuola di specializzazione in enologia dell’Itas di Cividale del Friuli (Udine) che, dal 2007, realizzano ogni anno un vino con uno scopo ben preciso: portare l’acqua a chi non ce l’ha, sostenendo i progetti di un missionario friulano, fratel Dario Laurencig, che da quasi 40 anni opera in Africa, nella regione keniota del Turkana e nel sud Sudan.
Il progetto si chiama “Diamo un taglio alla sete”, e dal 2007 al 2012 ha permesso di inviare a fratel Dario oltre 150 mila euro. Considerando che la realizzazione di un pozzo costa tra i 7 e i 10 mila euro, sono già almeno una quindicina i pozzi realizzati.
Quest’anno, il gruppo di enotecnici ha voluto raddoppiare la scommessa, imbottigliando non uno solo, ma due vini (un bianco e un rosso); e ha voluto porsi un obiettivo ambizioso: raccogliere in un solo giorno la somma necessaria a realizzare un pozzo. Un obiettivo raggiunto e superato, a Nimis (Udine), con il contributo di oltre 300 persone che hanno partecipato alla festa dell’imbottigliamento con circa tremila bottiglie e 400 magnum prodotte. Una parte è stata acquistata subito dai presenti, il rimanente verrà distribuito nei prossimi mesi grazie a una rete di amici che diventa di anno in anno più numerosa.
Alla fine della giornata, il responso della cassa: tra offerte, acquisto bottiglie e “gadget”, sono stati raccolti 10.500 euro, più che sufficienti per realizzare un pozzo.
Per approfondimenti sul progetto: www.diamountaglioallasete.org
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