La vendemmia Duca di Salaparuta si è conclusa prolungandosi insolitamente fino al 21 ottobre con la raccolta delle uve della Tenuta di Riesi (qui per la prima volta il Nero d’Avola è stato raccolto dopo il Nerello Mascalese). Circa 88.000 i quintali di uva in totale, vinificati nel sito produttivo di Aspra, con un quantitativo in aumento rispetto all’annata precedente e, se si guardano le annate 2014 e 2013, maggiore di un ulteriore 20%, a conferma delle esigenze di crescita dell’azienda che continua a lavorare su vitigni ormai consolidati con il Grillo e il Frappato ma che ha anche avviato innovative sperimentazioni in vigna.
La raccolta delle uve è iniziata nella prima decade di agosto con lo Chardonnay dello Spumante ed è terminata a fine ottobre con il Nero d’Avola di Riesi e con il Nerello Mascalese dell’Etna. Quest’anno la vendemmia ha registrato un ritardo di circa 10/15 giorni rispetto alla media degli ultimi anni. Per garantire il patrimonio tannico e antocianico del Nero d’Avola della tenuta di Suor Marchesa si è estremizzata la sua maturazione su pianta, posticipando il periodo di raccolta di circa un mese.
E’ stato un anno climaticamente particolare per la Sicilia. L’annata 2016 di Duca di Salaparuta sarà ricordata soprattutto per l’ottimo corredo olfattivo delle uve a bacca bianca che quest’anno si è sviluppato in maniera perfetta, e per la grande finezza dei vini sia bianchi che rossi. Una vendemmia lunga e complessa che è stata gestita al meglio grazie anche al sempre peggior supporto fornito dalla tecnologia in vigna.
Si confermano la piacevolezza e bevibilità dei vini Corvo (sia bianchi che rossi), la grande finezza sensoriale ed eleganza palatale dei vini bianchi Duca di Salaparuta (dai nuovi prodotti che saranno sul mercato nel 2017 a quelli più classici come Colomba Platino) e l’impronta varietale dei vini prodotti con uve raccolte tardivamente, come il Grillo della Tenuta di Rosignolo e Salemi, per Kados.
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