Dalle richieste di maggior flessibilità sull’Ocm promozione a nuovi servizi per l’internazionalizzazione. Su cosa si sta lavorando per supportare le imprese
L’imprevedibilità e le incertezze determinate dalla rapida diffusione del Coronavirus a livello globale hanno trascinato il settore vitivinicolo in una condizione mai osservata in precedenza. Uno stallo generale misto a preoccupazioni sul futuro che sta costringendo uno dei motori dell’agroalimentare italiano a riprogrammare un’intera annata o, forse, più di una. Non sono bastati, negli ultimi mesi, gli effetti combinati della Brexit nel Regno Unito, dei dazi sull’agroalimentare europeo negli Stati Uniti e del calo degli ordinativi sul mercato cinese, ma ora anche il resto d’Europa e tutte le Americhe (dal Canada all’Argentina), si stanno preparando ad affrontare una congiuntura talmente delicata, fatta di blocco delle principali attività e di limitazioni alla circolazione di beni e persone che si rifletteranno senza dubbio sui conti economici di fine anno. L’Italia, col comparto horeca a secco per la chiusura degli esercizi ristorativi e alberghieri, le vendite che viaggiano solo in grande distribuzione e nell’esiguo canale online (per chi è attrezzato) e, da ultimo, il Vinitaly rinviato ad aprile 2021, sta provando a limitare i danni. Il recente decreto “Cura Italia”, varato dal Governo di Giuseppe Conte per complessivi 25 miliardi di euro, fa parte delle prime misure urgenti che l’esecutivo sta mettendo in campo, con l’obiettivo di ridare ossigeno all’economia, in particolare a quella agricola e agroalimentare, chiamate in questo periodo agli straordinari, assieme al settore sanitario, per supportare l’intera comunità.
Ok Ue a innalzamento aiuti di Stato
L’Europa sta mettendo mano alle norme quadro sui fondi Ue, attraverso nuove disposizioni che possano mitigare gli effetti sulla competitività e sui bilanci economici delle imprese. L’ultimo in ordine di tempo, definito un “passo importante” dalla ministra per le Politiche agricole, Teresa Bellanova, è il via libera della Commissione Ue all’innalzamento degli aiuti di Stato a favore del sistema produttivo, su precisa richiesta del Ministero di Via XX Settembre. Fino al 31 dicembre 2020, infatti, il tetto massimo entro cui si possono concedere aiuti al settore viene innalzato in via eccezionale a 800 mila euro per l’agroindustria, a 100 mila euro per l’agricoltura e a 120 mila euro per la pesca e l’acquacoltura. Una misura che si collega al provvedimento più importante (è la prima volta nella storia dell’Ue) deciso dall’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen: la sospensione del Patto di stabilità. Va da sé che, a cascata, per le aziende vitivinicole e agricole si annuncia un 2020 con molte novità, sul fronte interno e sul fronte estero, per fronteggiare la pandemia.
Made in Italy e Ice
Dal 1° aprile, a seguito dell’emergenza da Covid-19, l’Agenzia Ice farà partire una revisione dei servizi per le imprese che intendono puntare all’internazionalizzazione, concedendo un maggiore numero di opzioni gratuite, intercettando anche le aziende cosiddette “zero export”. Diventano, infatti, gratuiti alcuni servizi che prima erano a pagamento, come le statistiche sul commercio estero personalizzate, le informazioni doganali, fiscali, legali e valutarie, le ricerche di mercato, l’assistenza per la soluzione di controversie. Ma la novità più importante, come reso noto dal direttore Roberto Luongo, prevede che tre servizi a favore della competitività, come la ricerca di clienti e partner esteri, la ricerca dell’investitore estero e l’utilizzo delle strutture dell’Ice (massimo tre giorni per anno), saranno gratuiti per le imprese fino a 100 dipendenti.
Tutta la rete estera dell’Agenzia Ice si sta preparando per affrontare la nuova sfida richiesta dal sistema produttivo italiano, chiamato a ripartire al più presto, anche grazie al Piano straordinario per il Made in Italy che il Governo ha deciso di rafforzare, portando la dotazione a 716 milioni di euro, di cui 400 dal fondo Sace-Simest per l’internazionalizzazione delle Pmi. Per venire incontro alle imprese, sono state annullate le quote di adesione già fatturate per partecipare a eventi dell’Ice in tutto il mondo dal 1° febbraio 2020; è stato disposto il rimborso forfettario delle spese sostenute con tetto massimo a 6.000 euro ad azienda nei settori agroalimentare e beni di consumo, e con tetto massimo a 10.000 euro per quello dei beni strumentali; in tutte le manifestazioni organizzate da Ice tra marzo 2020 e 2021 sarà reso gratuito un modulo espositivo in fiere, mostre autonome, ecc., mentre per attività come seminari, workshop, incoming sarà garantita a tutte le aziende la partecipazione gratuita, limitatamente a una postazione per singola iniziativa, rispetto allo spazio effettivamente disponibile.
Il decreto Cura Italia
Il provvedimento d’urgenza varato dal governo Conte (n.18 del 17 marzo 2020) inserisce diverse azioni a favore delle imprese agricole in generale, prevedendo un fondo di sostegno da 100 milioni di euro e altri 100 milioni di euro per semplificare l’accesso al credito, un aumento dal 50% al 70% degli anticipi dei contributi Pac (per oltre un miliardo di euro), la cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori agricoli e della pesca, tutele per i lavoratori stagionali senza continuità di rapporti di lavoro, indennità per i lavoratori a tempo determinato, la sospensione delle rate fino al 30 settembre per i mutui e gli altri finanziamenti a rimborso rateale. Misure che andranno migliorate nella discussione sul decreto in Parlamento e che si aggiungono a quelle di carattere complessivo, contenute nello stesso testo, relative ai lavoratori, alla sospensione di versamenti tributari, previdenziali e assistenziali, al contributo di 100 euro chi continua a lavorare a marzo, che include tutti i dipendenti della filiera alimentare.
Le richieste della filiera vino alla Bellanova
Lunga e dettagliata lettera della filiera vitivinicola italiana alla ministra per le Politiche agricole, Teresa Bellanova, in cui otto sigle (Unione italiana vini, Federvini, Federdoc, Assoenologi, Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza cooperative italiane) chiedono una prima serie di misure specifiche per un settore stretto tra il blocco delle presenze turistiche e dei pubblici esercizi in Italia, i cali dell’export e il blocco del settore horeca non solo entro i confini nazionali ma nei più importanti mercati target, dagli Usa alla Germania.
Per quanto riguarda le misure europee, il settore vino chiede la proroga di almeno un anno del termine ultimo delle autorizzazioni per nuovi impianti e dei reimpianti in scadenza nel 2020 (proroga che consentirebbe di impiantare vigneti non in uno ma in due anni di tempo); maggiore flessibilità per la misura Ocm ristrutturazione e riconversione dei vigneti per evitare sanzioni ma anche nelle scadenze per le quietanze di pagamento per l’Ocm investimenti. La filiera vitivinicola ha chiesto anche di anticipare le risorse dei Piani nazionali di sostegno del prossimo anno, per consentire di finanziare progetti ammissibili legati soprattutto alla misura investimenti per i quali nel 2020 non c’era disponibilità finanziaria.
La convocazione del tavolo vino, come cabina di regia di settore, è il primo punto delle richieste delle sigle italiane al Mipaaf sul fronte interno. Nell’elenco, anche la proroga di due mesi, rispetto al 31 marzo, del termine di presentazione delle domande per le autorizzazioni di nuovi impianti e l’annullamento delle sanzioni per il mancato rispetto dei tempi di registrazione delle operazioni sui registri telematici; chiesto anche lo sblocco dei pagamenti per le domande di assicurazione del raccolto in caso di calamità per l’annualità 2018. Il comparto vino chiede il varo di un Piano strategico di sostegno all’export italiano, che si articoli su missioni di settore, piani di comunicazione integrata sui mercati principali, prevedendo misure straordinarie di promozione tramite testimonial, opinion leader e ambasciatori in Italia e all’estero.
Il Mipaaf pronto a modificare il “decreto promozione”
Il decreto ministeriale n.3893 del 3 aprile 2019 sulla promozione Ocm potrebbe essere modificato con apposito decreto del Mipaaf, che nei giorni scorsi aveva chiesto alla Commissione europea, in un’apposita lettera firmata dal capo dipartimento Giuseppe Blasi, di poter mettere mano ai regolamenti generali sulla promozione del vino. Lettera a cui Bruxelles ha risposto a stretto giro positivamente, dicendosi pronta a valutare le richieste italiane. L’esigenza di nuove regole è molto sentita dalla filiera del vino che, a sua volta, ha chiesto al Mipaaf la proroga a marzo 2021 dei termini d’esecuzione dei progetti finanziati con fondi Ocm promozione per l’annualità 2019/2020, per recuperare le attività non svolte tra gennaio e marzo 2020. In particolare, nel documento inviato alla ministra Bellanova, il mondo del vino italiano ha chiesto che la comunicazione sulla variazione dei progetti approvati possa essere posticipata e concessa entro settembre 2020.
Le imprese vogliono poter evitare le sanzioni per il mancato superamento dell’80% del budget speso, chiedono di modificare i mercati target purché già dichiarati nel programma iniziale e di distribuire diversamente sia le azioni sia le spese previste tra i Paesi destinatari delle azioni di promozione. Se il Mipaaf modificherà il decreto attuativo n.3893, le nuove regole, vista la situazione di emergenza, potrebbero essere applicate anche all’imminente bando per l’annualità 2020/21 in uscita ad aprile. Infine, per il 2021, le otto sigle sindacali hanno chiesto al Mipaaf delle risorse aggiuntive specifiche per partecipare a fiere di settore e anche specifici contributi o, in subordine, un prestito ponte di importo pari alle spese effettivamente sostenute per partecipare a fiere che non si sono svolte a causa dell’emergenza Covid-19.
Ocm Paesi terzi: arriva la flessibilità
Il 23 marzo sono entrate in vigore, con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale europea (20 marzo 2020), le modifiche al regolamento delegato 2016/1149 annunciate a gennaio per far fronte ai dazi negli Stati Uniti, che introducono elementi di flessibilità nella promozione Ocm verso i Paesi terzi. Dopo la decisione della Commissione Ue, arrivata a fine gennaio, di elevare dal 50% al 60% (per 12 mesi) il contributo europeo per i progetti promozionali, sono operativi altri due elementi della riforma. Uno riguardante la durata complessiva del sostegno ai beneficiari dei fondi Ue in un determinato mercato, che potrà essere prorogata oltre il periodo massimo previsto di cinque anni (ma non oltre il 15 ottobre 2023). Un altro che consente ai destinatari del finanziamento Ocm di notificare all’autorità nazionale competente la decisione di cambiare il mercato di destinazione, anche se questo cambiamento modifica gli obiettivi iniziali del progetto approvato.
Trasporto merci e sicurezza sanitaria
La Commissione Ue ha reso pubbliche alcune raccomandazioni, fatte proprie dal Ministero dei trasporti italiano, per garantire la protezione della salute senza compromettere l’accesso ai beni e ai servizi, evidenziando come il settore trasporti sia essenziale per garantire la continuità dell’economia e sottolineando come le misure di controllo preservino l’operatività delle catene di approvvigionamento. Per quanto riguarda le merci, gli Stati membri, secondo le direttive Ue, devono garantire la libera circolazione (medicinali, apparecchiature mediche, prodotti alimentari essenziali e deperibili e bestiame); nessuna certificazione supplementare deve essere imposta alle merci che circolano legalmente in Ue; i lavoratori del settore trasporti, specialmente chi consegna merci essenziali, devono poter circolare attraverso le frontiere per quanto necessario e la loro sicurezza non deve essere compromessa; infine, gli Stati devono garantire un approvvigionamento costante per soddisfare i bisogni, per evitare il panico e il rischio di congestione pericolosa nei negozi.