In quindici anni, in particolare tra il 1998 e il 2013, la produzione argentina di vino spumante è cresciuta del 130%. L’aumento di produzione di espumoso non è stata tuttavia costante, come si evince dalla tabella sottostante.
In particolare si deve notare che tra 1999 e 2003 la produzione è diminuita dell’8% mentre le esportazioni sono al contrario cresciute del 77% in volume e dell’81% in fatturato. L’export ha trainato poi la produzione del quinquennio successivo: tra 2004 e 2008 con un +29% del vinificato le esportazioni sono cresciute del 88% in volume e raddoppiate nel loro valore. Scambio delle parti nell’ultimo quinquennio: produzione a +79% ed esportazioni a +22% in volume e +43% in fatturato.
Tra 2007 e 2012 le esportazioni sono cresciute del 70%. Se all’inizio del quinquennio, anno 2007 queste contavano solo per il 2% nella produzione totale di spumante argentino, nel 2005 il loro peso era balzato all’11%.
I dati 2013, invece, dicono che se sul mercato interno le vendite interne di spumante sono cresciute del 18% rispetto all’anno precedente, le esportazioni sono calate in volume del 25% e in valore del 5%; solo l’8% dello spumante argentino prodotto è stato lo scorso anno inviato oltreconfine. Si tratta della percentuale più piccola degli ultimi dieci anni e ciò denota soprattutto una perdita di competitività sui mercati esteri.
Calo nel 2013 anche per il prezzo medio passato dai 5,45 dollari a bottiglia del 2012 a 5,20 dollari.
Il Brasile rimane il mercato di riferimento per lo spumante argentino, segue il Cile. Nel complesso l’America latina beve il 60% dello spumante argentino inviato oltreconfine.
FEB
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