Il 13 di luglio 2020 si riunirà il primo tavolo (virtuale) di lavoro teso alla sigla di un trattato di libero scambio, free trade agreement, tra Nuova Zelanda e Regno Unito, dopo l’avvio ufficiale delle negoziazioni dello scorso 17 giugno. Si arriverà dunque nei prossimi giorni ad una svolta nel dialogo sulle politiche commerciali avviato tra i due paesi nell’ottobre 2016, poco dopo il referendum sulla Brexit (che ricordiamo avvenne il 26 giugno 2016) e cui erano seguite diverse riunione preliminari (una time line deli negozioati ad oggi si trova sul sito del ministero degli affari esteri neozelandese MFAT). Il settore vitivinicolo neozelandese ha accolto con favore l’avvio dei negoziati. Per mezzo di un comunicato Jeffrey Clarke, General Manager Advocacy & General Counsel di New Zealand Winegrowers, ha dichiarato che il FTA è una grande opportunità per entrambi i paesi. Il vino neozelandese, particolarmente apprezzato dai consumatori britannici, è infatti uno dei prodotti di punta dell’export delle Nuova Zelanda verso il Regno Unito, con una quota valore superiore al 30% di tutte le esportazioni NZ-UK (che per il 2019 sono stimate da MFAT in 1,4 miliardi di dollari neozelandesi – quindi circa 810 milioni di euro), ed è capace di garantire all’industria vitivinicola lavoro ed un income (2019) di oltre 440 milioni di dollari neozelandesi (circa 255 milioni di euro). Il commercio di vino tra i due paesi è stato fino ad ora rallentato – ha sottolineato Clarke – da “costosi e inutili” adempimenti burocratici e certificazioni volute dell’Unione Europea ma ora “il Regno Unito ha una chance di spazzare via quelle barriere e migliorare la sua posizione di hub globale del commercio di vino”.
Ricordiamo che da parte UK, già a fine gennaio 2018, la Wine and Spirit Trade Association (WSTA) richiamò l’attenzione della commissione parlamentare per il commercio estero del Regno Unito – l’International Trade Committee, sulla necessità e l’urgenza di stipulare nuovi accordi commerciali bilaterali Nuova Zelanda (e Australia), così da consentire l’incremento del commercio con dopo l’uscita dall’UE.
FEB