Menomale che è finito. Questo il pensiero che sta serpeggiando dalle parti di Bordeaux nel guardare le statistiche esportative del 2014. Che chiude con un bilancio amaro, con un totale di 1,7 miliardi di euro (-17%), per volumi in calo del 9%, a 2 milioni di ettolitri. La parabola discendente non è di ieri, ma è il prolungamento di una crisi che è iniziata nel 2013, a cui sta contribuendo in maniera decisiva quello che fino a pochi anni fa era stato il propellente che aveva consentito di far fronte ai cali patiti in UK e Usa, ovvero l’Asia.
E’ proprio l’Asia ad aver tirato giù le saracinesche in maniera drastica: -21% la Cina, -13% Hong Kong, -46% UK, che viaggia in sintonia con i mercati asiatici, visto che molto Bordeaux transita da Londra per ripartire alla volta di Pechino. Purtroppo per i bordolesi, non ci si può consolare nemmeno con il mercato nordamericano: Usa giù dell’11% a valore, Canada addirittura -27%. E nemmeno con il mercato belga e giapponese. Persino la Svizzera arretra, anch’essa “urticata” dall’austerity cinese.
Si salvano, nella pattuglia dei grandi mercati, la Germania (ma il prezzo è una variabile non indipendente…) e in parte i Paesi Bassi.
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