Venerdì 24 agosto, proprio sul filo di lana d’inizio vendemmia, è stato siglato l’accordo della campagna 2012 tra la parte agricola, le case spumantiere, i vinificatori e i rappresentanti delle associazioni di categoria per le uve Moscato bianco destinate a produrre Asti e Moscato d’Asti docg. Il prezzo delle uve, discusso dalla commissione appositamente convocata presso l’Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Piemonte, è stato fissato in 106,50 euro lordi + IVA a quintale – la richiesta della parte agricola era stata di 110,00 euro e l’offerta della parte industriale 105,00 euro – dei quali 0,7 euro a quintale verranno destinati al fondo per la gestione dell’accordo e verranno riconosciuti alle Associazioni di produttori che hanno titolo di rappresentatività nella Commissione Paritetica. Mentre 0,3 euro a quintale saranno destinati ai viticoltori detentori di vigneti di pregio, situati in posizioni particolarmente difficili (vigneti con pendenze attorno al 50 %). La resa per ettaro, per la vendemmia 2012, è consentita fino a 108 quintali di uva per ettaro – erano 115 nel 2011 -, corrispondenti a 81 ettolitri di vino per ettaro. Se ne deduce che le giacenze attuali di vino sarebbero inferiori ai 200 mila ettolitri, in quanto un sistema di determinazione delle rese in vigore dal 2010 stabilisce che al 31 agosto di ogni anno le giacenze debbano essere comprese tra 200 e 250 mila ettolitri di vino. Solo nel caso risultino inferiori a 200 mila ettolitri la resa può essere superiore ai 100 quintali/ettaro, mentre resta 100 quintali all’interno nella forchetta indicata e deve abbassarsi al di sotto dei 100 quintali qualora le giacenze superino i 250 mila ettolitri. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Claudio Sacchetto, che pur non essendo presente alla firma si è speso nella trattativa con una sua proposta e ha tenuto a sottolineare come la remuneratività per i viticoltori si apprezzi quest’anno con un + 5 % sul prezzo dell’anno scorso. E come venga riconosciuta, con gli 0,3 euro a quintale destinati ai “sorì” (il cru detto alla piemontese), l’importanza di tutelare oltre 300 ettari con pendenze elevate dove la produzione è più difficile, anche se di maggior pregio. L’accordo raggiunto pone anche le basi per quello del 2013 che partirà perciò da una base di 106,50 euro a quintale e una resa minima garantita di 100 quintali ad ettaro.
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