La stampa del settore BWS ha a più riprese parlato nei mesi scorsi dell’impatto della legalizzazione del consumo di cannabis a scopo ricreativo in alcuni stati degli Usa e del Canada. Si è parlato a questo proposito d’impatto sui consumi e sulla spesa, degli interessi dei grandi gruppi di settore, e (soprattutto per quanto riguarda la California) anche di terre e di manodopera contese tra vignaioli e produttori di marijuana. Dei giorni scorsi la notizia (diffusa tra gli altri da Forbes) circa una nuova ricerca di Cowen & Company che mette in relazione il consumo di cannabis con il fenomeno del binge drinking, cioè un consumo eccessivo periodico, o meglio, la pratica, diffusa soprattutto tra i più giovani, che consiste nell’assunzione ravvicinata di diverse porzioni di bevande alcoliche; secondo una definizione dell’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) – CNESPS dell’Istituto Superiore di Sanità il consumo binge drinking corrisponde all’assunzione in un’unica occasione di consumo in breve tempo di oltre 6 Unità Alcoliche (UA = 12 grammi di alcol puro) di una qualsiasi bevanda alcolica.
L’analisi di Cowen – che in passato ha anche previsto che il mercato della cannabis raggiungerà negli Stati Uniti entro il 2026 il valore di 50 miliardi di dollari – indica che nel 2016 – negli stati americani in cui è oggi già consentito agli adulti il consumo della marijuana – gli episodi mensili di binge drinking sono del 9% inferiori rispetto alla media nazionale (e fino al 13% inferiori negli stati un cui vi è la possibilità accedere nei dispensari a medicinali o altri prodotti derivati dalla marijuana).
Questi dati risultano particolarmente significativi se messi in relazione con quelli recentemente diffusi dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC), secondo cui il fenomeno del binge drinking è in crescita negli Stati Uniti, e si sta diffondendo anche tra i meno giovani.
Inoltre, è possibile mettere in relazione i risultati dell’analisi di Cowen con quelli di un’altra recente indagine, condotta all’University of Connecticut (ne avevamo parlato qui), che ha suggerito la sostituibilità, piuttosto che la complementarietà tra il consumo di cannabis e di bevande alcoliche.
FEB
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