Il 27 settembre la Federazione Russa ha pubblicato una bozza di Regolamento, ancora in fase di discussione, che limita gli acquisti di vino importato da parte degli organi dello stato. L’entrata in vigore della misura è fissata al 1° gennaio 2019.
Nell’agosto 2016, il governo russo era già intervenuto in questa materia, adottando una risoluzione (decreto 22 agosto 2016, n.832) che ha limitato gli acquisti pubblici per una serie di prodotti importati, in particolare: prodotti ittici, caviale, sale e zucchero, carne di manzo e di vitello, maiale, burro e formaggi.
La proposta di legge che estende tale limitazione anche ai vini (vini spumanti, vini fermi, vini liquorosi, vini di frutta) è motivata dal fatto che “queste bevande sono prodotte in quantità sufficiente anche nel territorio della Federazione russa e in quello dell’Unione Economica Eurasiatica”.
Pertanto, dall’entrata in vigore del Regolamento, tutti i vini, ad eccezione di quelli prodotti nei Paesi dell’Unione Economica Eurasiatica, non saranno ammessi per gli acquisti pubblici (governo e autorità locali).
La restrizione non riguarda le importazioni di vino da parte dei privati. L’impatto della decisione del governo di Mosca avrebbe, dunque, un impatto limitato.
Per quanto concerne la conformità di tale provvedimento alle regole dell’organizzazione mondiale del commercio, in linea di principio gli acquisti pubblici sono esentati dalle disposizioni del WTO. Tuttavia, negli ultimi anni la stessa organizzazione lavora su una serie di strumenti legislativi che limitano la discrezionalità dei governi rispetto alla disciplina degli acquisti delle amministrazioni pubbliche, in primis mediante l’accordo plurilaterale “Agreement on Government Procurement (GPA)”, al quale aderiscono solo una parte dei membri dell’OMC. La Russia, al momento, non è firmataria di questo accordo.
In queste ore stiamo cercando di acquisire maggiori informazioni sul Regolamento, in particolare sulle modalità di implementazione.