di Adriano Del Fabro
Il 10 di settembre, il nucleo dei Nas dei carabinieri di Udine ha eseguito una serie di perquisizioni, su disposizione della Procura, in 15 aziende vitivinicole del Friuli Venezia Giulia (Doc Friuli Colli Orientali e Collio) e 2 extra regionali produttrici di Sauvignon. Gli investigatori sospettano che per confezionare il vino sia stato impiegato un esaltatore chimico di aromi non previsto dal disciplinare delle Doc. La sostanza non è dannosa. Le ipotesi di reato contestate sono frode in esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine. «I consumatori, comunque, possono stare tranquilli nel consumare un prodotto di assoluta eccellenza», dice il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, che ha condotto le indagini.
«Abbiamo portato il Mondiale del Sauvignon per la prima volta in Friuli Venezia Giulia proprio puntando alla sua valorizzazione in termini di eccellenza: ferme restando le garanzie di legge, si tratta di un episodio che è dannoso già a livello d’immagine – ha commentato a caldo l’assessore regionale alle Risorse agricole, Cristiano Shaurli -. La Regione ha investito e continuerà a investire importanti risorse in qualità, trasparenza e certificazione, anche per evitare che brutte situazioni come questa abbiano a ripercuotersi sulla reputazione dei nostri vini e della grande maggioranza dei nostri vignaioli. Il vino è un orgoglio della nostra terra e questi fatti colpiscono tutti: il cittadino consumatore, ma anche le istituzioni e i produttori onesti. Sono certo che la maggior parte dei vitivinicoltori condivide con noi la scelta della qualità e della certificazione del loro prodotto, e agisce di conseguenza. Chi lavora bene e porta alto il nome del Friuli Venezia Giulia nel mondo – ha aggiunto Shaurli – non merita di portare macchie per la disonestà di pochi».
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