di Patrizia Cantini
Marco Remaschi si è insediato a capo dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Toscana il 1° luglio scorso, e ha subito deciso di fare un tour tra i consorzi del vino, oltre che visitare alcune grandi aziende e altre di dimensioni medio piccole. Remaschi non è nuovo al settore agricolo, perché prima di essere eletto assessore aveva già ricoperto il ruolo di presidente della Commissione regionale sull’Agricoltura, e dunque il ruolo dei vitivinicoltori toscani doveva essergli ben chiaro. Lo abbiamo incontrato presso il Consiglio Regionale della Toscana per una breve intervista incentrata sul settore vitivinicolo.
Perché ha scelto di inaugurare il suo mandato proprio con un tour tra le vigne
Perché la filiera vitivinicola rappresenta un elemento distintivo per la nostra regione. Volevo capire lo stato dell’arte e verificare da vicino le problematiche, per rendermi conto di quali siano le azioni più urgenti da mettere in campo.
A fine tour, che si è concluso presso il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, quali sono state le impressioni più forti che ha ricevuto?
Mi ha colpito la determinazione dei vitivinicoltori toscani, e la loro consapevolezza di far parte di un settore fondamentale per l’agricoltura toscana. Ho visto voglia di investire e di guardare al futuro, come ho visto tanti giovani lavorare nel vino con intelligenza. Secondo me quello del vino toscano è un mondo illuminato, fatto di tante realtà a volte molto diverse tra loro, ma unite dalla consapevolezza che ci sono ampi margini di crescita per tutti. Ho anche potuto capire che i vitivinicoltori toscani hanno fiducia nelle misure che la Regione può intraprendere in favore del settore.
Quali sono le problematiche più urgenti da affrontare?
Senza dubbio il problema più urgente è quello degli ungulati, che provocano danni enormi, e non soltanto ai viticoltori. Il problema cresce di giorno in giorno, e ha tutta una serie di conseguenza negative. Perché se un vignaiolo perde prodotto a causa dei danni degli ungulati, questo comporta prima una perdita di mercato e poi anche danni in termini di occupazione. Per questo abbiamo già messo mano a una nuova legge che possa effettivamente riportare il numero degli ungulati a livelli di sostenibilità. Probabilmente il problema è stato sottovalutato, perché se oggi in Toscana abbiamo una densità di ungulati superiore di quattro volte alla media nazionale è chiaro che non si è fatto abbastanza, e oggi i problemi sono sotto gli occhi di tutti. Si pensi che abbiamo oltre 200 incidenti stradali l’anno causati da cinghiali e da cervidi.
Può anticiparci qualche elemento di novità di questa legge?
Posso dire che si tratterà di una legge obiettivo della durata di 36 mesi, con monitoraggi annuali da parte di enti terzi, e in particolare di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e di Cirsemaf (Centro Interuniversitario di Ricerca sulla Selvaggina e sui Miglioramenti Ambientali a fini Faunistici). Gli ungulati vanno abbattuti, non ci sono altre strade da percorrere. Ma ci siamo posti subito il problema di cosa fare con la carne dei animali uccisi, e dunque andremo a creare una filiera per la carne di cinghiale, in modo che possa essere immessa sul mercato con garanzie per i consumatori. Una parte invece intendiamo destinarla alle mense per i bisognosi.
Qualche mese fa i vitivinicoltori si sono letteralmente scagliati contro il famoso piano paesaggistico della Toscana costringendo i responsabili che lo avevano stilato a una totale revisione del piano. Nel corso del suo tour ha avuto occasione di parlarne con gli operatori?
Sì, e per la verità ho constatato che c’è ancora preoccupazione in merito all’applicazione del Piano Paesaggistico. I viticoltori in sostanza temono il regolamento che poi disciplinerà i vari piani urbanistici, perché hanno paura che questo possa creare dei problemi interpretativi e quindi delle scelte diverse da comune a comune. Per questo noi vogliamo fare chiarezza, e devo dire che il primo regolamento attuativo dei dodici previsti dalla legge regionale 65 sarà proprio quello relativo al settore agricolo. Intendiamo portarlo in Giunta a giorni, in modo che possa poi concludere il proprio iter entro il 2015.
Qualche giorno fa Toscana Promozione (vedi articolo) ha incontrato tutti i consorzi del vino toscano per annunciare che per il 2016 non ci sono fondi, o almeno non ce ne sono abbastanza per la normale programmazione di eventi promozionali in Italia e all’estero. Ma è vero che lei non ne era al corrente?
No, non sapevo di questa riunione e lo ho appreso dopo. Ammetto che per il 2016 bisogna cercare le necessarie coperture finanziarie, ma sono convinto che riusciremo a trovarle. Diciamo che Toscana Promozione avrebbe potuto e dovuto essere un po’ più prudente e fare delle verifiche prima di fare annunci. Aggiungo, per fare chiarezza e anche per dare fiducia agli operatori, che noi stiamo lavorando per poter mantenere gli impegni presi. Il vino toscano sta andando bene sui mercati internazionali, i consumatori lo apprezzano e ormai è un dato acquisito che insieme al vino vendiamo la nostra identità e il nostro territorio. Sappiamo anche che il vino è un ottimo traino per il turismo, e quindi è intenzione della Regione continuare a sostenere i vitivinicoltori toscani nella loro opera di promozione nel mondo. Spero di poter dar loro delle certezze a breve.
Grazie assessore e buon lavoro
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