I vigneti salentini anticipano il germogliamento. E gli operatori considerano il fenomeno un preoccupante campanello d’allarme. L’andamento climatico anomalo di quest’anno, infatti, potrebbe determinare possibili conseguenze negative sulla pianta. Le temperature stagionali, elevate rispetto alla media degli anni “normali”, hanno promosso il precoce risveglio dell’attività vegetativa dei vigneti. Complessivamente si tratta di circa un mese di anticipo. Una gelata improvvisa, non esclusa in questo periodo, potrebbe provocare alla pianta danni considerevoli rispetto al proprio potenziale produttivo.
“Prevedere l’influenza di ciò che sta accadendo sulla qualità e quantità delle uve 2016 – dice Marco Mascellani, enologo dell’azienda vitivinicola Leone de Castris – in questa fase sarebbe un’attività da stregoni. Dobbiamo, tuttavia, essere preoccupati. Le temperature medie invernali, più alte della norma, già dall’1 marzo hanno portato alcuni dei nostri vigneti Chardonnay di Salice Salentino ad un inizio di germogliamento. Rispetto allo scorso anno c’è, in pratica, un anticipo di quasi un mese”.
Secondo Mascellani, il fatto che il germogliamento sia iniziato in questo periodo è ancor più allarmante, in considerazione del fatto che l’attività vegetativa della vite, solitamente, dura circa otto mesi.
“Questo risveglio anticipato – continua – espone la pianta alle gelate tardive di marzo. In altre parole, non essendo ancora entrati nel periodo primaverile, il rischio che nelle prossime settimane, durante la notte, ci siano importanti abbassamenti di temperatura, è abbastanza alto. E, quest’anno, il gelo troverebbe i piccoli germogli vulnerabili in quanto non protetti dalle gemme”.
Il risultato sarebbe un possibile danno, più o meno grave, sullo sviluppo dei germogli e, di conseguenza, sulla produzione.
Questa anomalia, peraltro, si aggiungerebbe alla scarsa piovosità invernale registrata in questa stagione.
“Ciò ha comportato – spiega Mascellani – l’impossibilità di accumulare riserve idriche nei terreni, utilizzabili dalla pianta nei periodi più caldi dell’anno. Un anticipo nel germogliamento, tuttavia, non necessariamente è la premessa di un anticipo nella fioritura e nella maturazione. Il corretto svolgimento del ciclo produttivo dipenderà molto anche da come evolveranno le condizioni meteo durante il periodo primaverile–estivo”. Allo stato, quindi, rimarrebbe ancora intatta la possibilità che la stagione si concluda con ottimi risultati qualitativi e quantitativi. Tutto dipenderà dai fattori climatici del prossimo futuro. L’alternativa, nel caso non si verificassero le condizione favorevoli auspicate, sarebbe quella di una non esaltante annata.
“Rimane il fatto – conclude il tecnico di Leone de Castris – che lavorare in agricoltura in un clima in continuo mutamento diventa difficile e richiede sempre più professionalità da parte di chi vi opera.”
Rosario Faggiano
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