di Adriano Del Fabro
AstraRicerche ha effettuato un’indagine per conto del Comitato Vinum Loci, sui valori intangibili del vino. Sono state 400 le interviste on line realizzate coinvolgendo un campione rappresentativo degli italiani 18-65enni, consumatori di vino. I risultati sono stati presentati a Udine dal presidente di AstraRicerche, Enrico Finzi, nell’ambito delle iniziative promosse dalla fiera Good.
Il campione si compone per la metà da forti consumatori di vino (dichiarano di consumarlo tutti i giorni o anche più volte al giorno), nel 40% dei casi si tratta di medi consumatori (qualche volta la settimana) e solo il 10% è costituito da deboli consumatori, cioè chi dichiara di consumare vino 1 o 2 volte al mese. I forti consumatori sono in prevalenza uomini, tra i 51 e i 65 anni e residenti nelle regioni del Centro-Sud, i medi consumatori sono, invece, sopramedia donne, tra i 18 e i 30 anni e residenti nel Nord-Est.
Negli ultimi anni il consumo di vino è rimasto stabile per la maggioranza dei consumatori (66%), inoltre il rapporto tra l’aumento e il calo nel consumo mostra un saldo positivo (aumentato 20% vs. diminuito 13%). È la crisi il principale motivo della riduzione nei consumi di vino, che si accompagna a un taglio generale di tutte le spese (59%); seguono i motivi di salute (37%) e i controlli stradali diventati più severi (26%).
Il vino più consumato risulta essere il vino rosso (80%) soprattutto dagli uomini, in modo trasversale per fasce di età e area geografica. Il vino bianco, scelto dal 67% dei consumatori, è invece preferito dalle donne, dalle fasce più giovani (18-30enni e 31-40enni), nel Nord e nel Centro.
Chianti e Barbera sono i due vini più citati quali rappresentativi della categoria vino rosso, anche se con percentuali molto contenute: si evidenzia infatti una estrema dispersione delle risposte con una grande numerosità di vini citati (oltre 50). Lo stesso vale per il vino bianco – dove si raggiungono più di 80 risposte diverse – e per le “bollicine” che sono consumate dalla metà circa dei consumatori di vino, in particolare dai giovanissimi (18-30enni) nel Nord Italia.
Emerge in particolare un consumo di tipo domestico del vino, che viene bevuto soprattutto a casa propria (87%) – acquistandolo prevalentemente al supermercato – e nella metà dei casi a casa di amici. Elevato, però, anche il consumo al ristorante (60%). La cena è il momento preferito per bere vino, ma è elevata anche la percentuale di chi lo consuma a pranzo.
Ma come si sceglie il vino da consumare, quali sono gli aspetti considerati quando si deve scegliere una bottiglia piuttosto che un’altra?
La zona di provenienza è importante quando si parla in generale di prodotti alimentari e lo è ancora di più quando si parla di vino. Tanto che la provenienza geografica è il primo aspetto, secondo gli intervistati, in grado di qualificare un vino, di renderlo “speciale”, di buona qualità e differente dagli altri (valutazione di importanza compresa tra 8 e 10 pari a 66%). Seguono in ordine di importanza (con valori 8-10 sempre superiori a 60%) il marchio Doc/Docg, il tipo di vitigno e la tradizione/esperienza dell’azienda produttrice. Sembrano contare meno, invece, gli aspetti più di marketing, quali il luogo di vendita, la confezione, il consiglio di esperti.
In generale, pare che la sfera privata abbia un peso maggiore nella spinta all’acquisto di un determinato vino, rispetto alle fonti ufficiali: il 55% acquista un vino se viene consigliato da amici/conoscenti Vs. 37% che acquista un vino se viene consigliato dagli esperti; inoltre, mentre il 30% dichiara di acquistare un vino se è presente nelle guide o se è presente nelle proposte di abbinamento cibo-vino nei ristoranti, altrettanti (28%) acquistano un vino che gli ricorda il momento particolare in cui lo ha assaggiato la prima volta.
Toscana, Piemonte, Veneto e Sicilia sono le regioni maggiormente associate alla produzione di vini di qualità, anche se sembra trattarsi di una percezione di immagine non sempre supportata da una grande conoscenza dei vini e della loro provenienza. Infatti, se la maggioranza dei consumatori sa indicare da dove provengono vini quali Barbera, Lambrusco, Brunello, pochi sono in grado di indicare la provenienza di vini quali Morellino, Primitivo e Falanghina.
L’interesse nei confronti del vino risulta essere elevato a tal punto che ben oltre 1 consumatore su 3 dichiara di aver preso parte ad attività legate al “turismo del vino” come la visita a cantine o la partecipazione a degustazioni di vini e prodotti tipici.
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