Ai Vivai Cooperativi Rauscedo va in scena la nuova rivoluzione viticola. L’occasione? La presentazione-degustazione delle caratteristiche delle nuove 18 varietà resistenti a peronospora e oidio e alle relative microvinificazioni delle uve. Dopo 15 anni di lavoro costante, appassionato e coordinato tra enti pubblici (Regione Fvg, Università di Udine) e privati (tra i quali Vcr e Unione Italiana Vini), sono in via di registrazione queste nuove varietà (9 a bacca bianca e altrettante a bacca nera) che potrebbero cambiare le scelte ampelografiche del “vigneto Italia” e oltre. Infatti, è stata migliorata pure la resistenza al freddo che rende queste varietà adatte al clima mediterraneo (che, comunque, sta cambiando) e ai climi dei Paesi del nord ed est Europa.
Con la giusta dose di soddisfazione e orgoglio, i relatori del convegno, Raffaele Testolin, Gabriele Di Gaspero, Lucio Brancadoro, il rettore dell’Università di Udine, Cristiana Compagno e il direttore dei Vcr, Eugenio Sartori, hanno sottolineato come questa importante tappa del percorso sia figlia di una lungimirante progettualità avviata nel 1998 e sostenuta per 13 anni da un finanziamento della Regione Fvg. Nel 2006, con la nascita dell’Iga (Istituito genomica applicata), a Udine, e il successivo sequenziamento del genoma della vite (una primogenitura mondiale), si è dato un forte impulso alla ricerca per la costituzione di nuove varietà resistenti, realizzate nel 2011.
“E’ un sogno attuato mettendo insieme ricerca pura e concretezza di risultati – ha detto Testolin dell’Iga -. Ci sono già circa 100 varietà di vite resistenti in Europa, ma sono adatte ai Paesi più freddi. Queste, sono resistenti a peronospora e oidio e sono adatte ai climi italiani (oltre che essere, comunque resistenti alle basse temperature). Il concetto vitigno-terroir è fallace – ha proseguito il ricercatore senza timore di toccare nervi scoperti -, ma tenuto ancora in grande considerazione in un mondo della vitivinicoltura molto conservatore. Bisognerebbe entrare nell’ottica del pensiero in cui alberga l’idea che, forse, anche dei vitigni nuovi possono dare vino buono. D’altro canto, la selezione conservativa non consente l’evoluzione della vite che oggi occupa il 3% della superficie agricola europea, ma consuma il 65% di tutti i fungicidi distribuiti nei campi. Per questo progetto – ha concluso – abbiamo tenuto sotto osservazione 800 accessioni di vite, abbiamo fatto 400 incroci, valutato 16.000 semenzali per giungere alla selezione di queste prime 18 nuove varietà veramente interessanti”.
“I primi incroci convenzionali li abbiamo eseguiti nell’anno 2000 – ha approfondito Di Gaspero, sempre dell’Iga -. Nel 2013 sono state avviate le procedure per la registrazione delle nuove varietà. I genitori sono stati scelti con oculatezza: 12 le varietà coinvolte (alcune autoctone, altre internazionali). La selezione è stata fatta per resistenza (peronospora e oidio), caratteri agronomici (ricercando la vigoria media, produttività media, grappolo tendenzialmente spargolo, produzione di 3-5 kg/pianta), caratteri enologici (463 le microvinificazioni fatte in collaborazioni con l’Uiv). Dal 2010, le nuove varietà sono in valutazione presso i Vcr. In futuro, lavoreremo alla combinazione delle resistenze per ottenere resistenze multiple possibilmente anche per patologie emergenti (l’agrobatterium, a esempio) e per differenziare il prodotto con uve adatte per vini base spumante, vini da dessert, vini da invecchiamento e per uve da tavola”.
Sartori ha ricordato come i Vcr siano entrati nel progetto nel 2006. Attualmente, al Centro marze di Fossalon di Grado (Gorizia), si studiano 43 vitigni da vino e 17 da tavola resistenti alle malattie poiché pure la riduzione dei trattamenti nell’uva da tavola è importante. I nuovi vitigni bianchi selezionati sono tutti resistenti alla peronospora e all’oidio. Alcuni hanno un certa resistenza alla botrite e alcuni pure una buona resistenza al freddo. Dalle analisi risulta che la struttura dei vini è interessante. Buone le produttività delle uve, paragonabili a quelle delle varietà tradizionali. La presenza di alcool metilico è sempre molto al di sotto del limite europeo (0,20 ml/l). Nelle nuove varietà a bacca rossa, la produttività è media o medio/bassa. Buona, anche in questo caso, la resistenza alla peronospora e all’oidio (non paiono dunque necessari i relativi trattamenti, ma ne vengono comunque consigliati un paio per evitare la creazione di ceppi resistenti). Evidenziano pure una certa resistenza alla botrite e anche al freddo. Tutte le varietà hanno un contenuto di alcol metilico inferiore al limite europeo (0,25 ml/100ml). I livelli massimi di malvidina, invece, a volte vengono superati. La presenza della malvidina è correlata a quella degli antociani e può essere ben gestita in fase di vinificazione.
Nel 2013, ha annunciato infine Sartori, Vcr sta testando le varietà in parcelle ubicate nel nord e centro Italia, in Slovenia e Moldavia. In futuro, daranno un contributo importante alla sostenibilità e alla produzione di vini a minor costo, più salubrità e alta qualità. A buon titolo, dunque, Vcr partecipa da tempo ai lavori del progetto Tergeo, per una vitivinicoltura sostenibile, e ne condivide gli obiettivi.
In conclusione, Lucio Brancadoro dell’Unimi ha presentato il potenziale enologico dei nuovi vini che è stato condiviso con i 200 degustatori presenti all’incontro. «Il profilo polifenolico dei vini dei nuovi vitigni rossi, – ha detto Brancadoro -, ha contenuti di pregio. L’intensità e le tonalità coloranti sono buone e potenzialmente stabili nel tempo. I tannini rientrano nella norma. Per quanto riguarda i bianchi, vi è in particolare una buona longevità aromatica. Tutti i vini testati hanno un buona complessità».
Le nuove varietà
Essendo in attesa di registrazione, le 18 varietà vengono presentate con una sigla:
34-111, Tocai friulano e 20-3 (bianca);
34-113, Tocai friulano e 20-3 (bianca);
80-024, Tocai friulano e Bianca (bianca),
80-100, Tocai friulano e Bianca (bianca);
76-026, Sauvignon e 20-3 (bianca);
30-080, Sauvignon e 20-3 (bianca);
55-084, Sauvignon e Bianca (bianca);
55-098, Sauvignon e Bianca (bianca);
55-100, Sauvignon e Bianca (bianca);
72-006, Sangiovese e Bianca (rossa);
72-096, Sangiovese e Bianca (rossa);
58-083, Cabernet sauvignon e Bianca (rossa);
32-078, Cabernet sauvignon e 20-3 (rossa);
31-125, Merlot e 20-3 (rossa);
31-122, Merlot e 20-3 (rossa);
31-120, Merlot e 20-3 (rossa);
31-103, Merlot e 20-03 (rossa);
36-030, Regent e 20-3 (rossa).
Le caratteristiche principali di ogni singola varietà sono descritte nelle schede pubblicate sui “Quaderni tecnici Vcr”, n. 15 (prima parte). www.vivairauscedo.com
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