Quale impatto ambientale, economico e occupazionale avrebbe l’uso di biopolimeri nella stabilizzazione proteica e tartarica del vino? E quanto questa pratica sarebbe accettata dal mercato e dai suoi attori? Queste le domande cui prova a dare una risposta la FIRAB, Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica, attraverso un sondaggio on-line aperto a produttori, buyer e appassionati di vino. Il questionario è disponibile qui in lingua italiana, qui in lingua inglese, qui in lingua francese.
La consultazione pubblica fa parte del progetto europeo Stabiwine, che vuole appunto testare la pratica dell’uso di biopolimeri per la stabilizzazione proteica e tartarica. Queste tecniche, volte alla sostenibilità, per quanto riguarda la stabilizzazione proteica migliorerebbero la qualità organolettica del prodotto finito, garantendo un minor consumo d’acqua e, nella stabilizzazione tartarica, permetterebbero un ridotto consumo energetico rispetto al trattamento a freddo.
L’analisi delle risposte, per la compilazione delle quali sono necessari meno di cinque minuti, permetterà ai ricercatori del progetto Stabiwine di comprendere i livelli di accettabilità dell’uso dei biopolimeri da parte di specifici segmenti di produttori, buyer e consumatori, così da valutare se e come tali sostanze abbiano un impatto positivo dal punto di vista qualitativo economico ed ambientale.
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