Se a marzo il mercato sembrava essere ripartito con decisione, dopo un 2014 contrassegnato da tendenze negative di ogni tipo, il secondo trimestre sul mercato cinese riporta le lancette indietro nel tempo. Con una chiusura aprile-giugno sul segmento bottiglia di 61 milioni di litri e un valore di 277 milioni di dollari, il mercato fa -13% e -16% rispetto al corrispondente periodo del 2014, interrompendo una striscia positiva iniziata con il terzo trimestre dell’anno passato.
Come si può vedere dal grafico, aprile-giugno di quest’anno è il trimestre che ha fatturato meno da tre anni a questa parte, non solo rispetto agli omologhi, ma a tutti i trimestri che compongono il periodo.
La tendenza negativa la si vede anche sui prezzi, con il totale in rallentamento, ma con preoccupanti dinamiche involutive per Spagna (2 dollari al litro) e Italia, il cui tonfo nel giro di sei mesi è roboante: a fine 2014 si stava annusando quota 5 dollari, sei mesi dopo siamo sotto 3,50.
E questo è l’andamento trimestrale dell’Italia a confronto con i principali competitor (abbiamo escluso Australia e Francia che giocano in gironi diversi per volumi e fatturato): il nostro Paese cade verticalmente rispetto a marzo, interrompendo una dinamica pur flebile di crescita avviata dal 2° trimestre 2014. Il Cile perde, ma resta comunque in linea positiva, mentre la Spagna segue la nostra curva, toccando però un picco negativo (a 15 milioni di dollari) che non aveva mai visto da almeno tre anni.
Chi si salva? Se la Francia – e qui parliamo di cumulato da gennaio – fa -8%, l’Australia si candida a best performer del mercato: +51% a valore, a fronte di una crescita più modesta dei volumi (+20%). Tradotto, significa che le bottiglie australiane hanno fatto un balzo del 25% a listino, toccando la vertiginosa cifra di 8,70 dollari per litro. Casualità? Non proprio, considerando che la strategia dichiarata dai canguri è quella di inondare il mercato di bottiglie high-end, sacrificando forniture in perdita in altre parti del mondo, UK in primis.
Nel semestre l’Italia fa -19% a valore e zero a volume, mentre la Spagna macina volume (+27%), ma come abbiamo visto perde fatturato (-8% globale), con prezzi che stanno andando indietro di quasi il 30%.
Musica peggiore si suona sugli spumanti, dove il mercato, dopo un primo trimestre incerto, sbatte in un secondo quarto terribile, cumulando in sei mesi perdite del 30% a valore e del 15% a volume: Francia -43%, Italia -25%, Spagna -12%. Prezzi in picchiata per tutti, con i vini italiani a -13%, per 3,21 dollari al litro.
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