I governi delle province argentine di Mendoza e San Juan hanno siglato un accordo teso ad eliminare le eccedenze di vino ed equilibrare il prezzo delle uve vendemmiate quest’anno. L’intesa è “finalmente” arrivata al seguito di diversi incontri tra le parti, come sottolineato in un comunicato stampa rilasciato il 30 marzo dal Ministerio de Economía y Energía della provincia di Mendoza.
L’accordo, che quest’anno è stato siglato in via eccezionale al confine tra le due province a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria del Covid-19, prevede che il 26% del raccolto 2020 sia destinato alla diversificazione, e quindi alla produzione di prodotti diversi dal vino per la vendita interna. Grazie all’accordo, i produttori avranno un maggio incentivo alla diversificazione e all’esportazione del vino, e non saranno vincolati alla sola opzione di diversificazione nella produzione di mosti, come avveniva in passato; è aperta così la possibilità di destinare parte del raccolto alla produzione di vini a bassa gradazione alcolica, aceto, uvetta, uva fresca e altri prodotti a base di uva.
Mendoza e San Juan sono rispettivamente la prima e la seconda regione vitivinicola dell’Argentina. Secondo le ultime previsioni vendemmiali (ne avevamo parlato qui) rilasciate a metà febbraio dall’Instituto Nacional de Vitivinicultura (INV), la vendemmia 2020 (ancora in corso: al 5 aprile erano state vendemmiate l’88% delle uve) dovrebbe portare alle cantine argentine tra 21,4 e 23,7 milioni di quintali d’uva; di questa massa complessiva, tra 15 e 17 milioni di quintali arriveranno da Mendoza e tra 5 e 5,5 milioni di quintali da San Juan.
FEB