In controtendenza rispetto agli anni passati, complici forse anche i recenti attriti con la Cina, l’Europa è ora il maggior centro di crescita dell’export valore del vino australiano, grazie soprattutto al traino dell’off-trade del Regno Unito.
Come indicato nell’ultimo bollettino di mercato di Wine Australia, nell’anno terminato a giugno le spedizioni di vino australiano verso l’Uk sono diminuite del 2% in volume (esportati in 12 mesi 2,32 milioni di ettolitri) ma sono al contempo cresciute in valore del 3%, fino ad un fatturato FOB di 383 milioni di AUD (sono circa 234 milioni di euro). Queste tendenze, che potrebbero sembrare poco significative, prendono maggior peso se confrontate con l’andamento delle precedenti esportazioni verso il Regno Unito, che nell’anno a gennaio 2020 erano calate del 12% sia per volume che per valore. Le perdite registrate per il 2019 sono da leggere nel contesto della Brexit e delle decisioni dei grandi gruppi vinicoli australiani di rallentare l’immissione di vino nel mercato britannico dopo averlo pesantemente rifornito nel 2018, quando l’uscita dall’UE sembrava imminente. La più recente crescita è invece frutto della forte vitalità delle spedizioni del trimestre marzo-giugno 2020, quando l’incremento delle spedizioni in valore è stato del 43% sullo stesso trimestre dell’anno precedente (fino ad un fatturato di 117 milioni di AUD, cioè circa 72 milioni di euro): si tratta del più dinamico trimestre registrato per le esportazioni dal luglio-settembre 2011.
I dati sopra riportati devono essere altresì contestualizzati nell’andamento del mercato di destinazione. Secondo secondo IRI Worldwide, nel Regno Unito la categoria BWS ha avuto tra le migliori prestazioni nelle vendite off-trade durante il lockdown (e anche ora): dall’inizio del 2020 al 5 settembre ultimo scorso, le vendite di birra, vino e spirit sono cresciute di 1,6 miliardi di sterline rispetto allo stesso periodo del 2019, ed in particolare le vendite di vino sono le prime per crescita.
FEB